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Dopo la via della Seta l’Italia aderisce anche al piano di Abe

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premier giapponese in VISITA a roma

Dopo la via della Seta l’Italia aderisce anche al piano di Abe

In modo piuttosto ecumenico, l'Italia – dopo aver firmato il memorandum di intesa sulla Via della Seta con la Cina – dà il suo appoggio alla visione del primo ministro giapponese Shinzo Abe di una «Regione Indo-Pacifico libera e aperta» in connessione con l'Europa.

Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi con il premier nipponico, con il quale ha anzitutto concordato di rafforzare la cooperazione bilaterale e di operare insieme per un esito positivo del vertice G20 di Osaka a fine giugno. Scontata «l'importanza della connettività tra Europa e Asia», Conte ha detto: «Lavoreremo per rafforzare questo sistema di connettività» e siamo «molto interessati alla visione di Abe per una Regione indo-pacifica libera e aperta»; quindi «lavoreremo in modo sinergico in questa direzione».

Nel 2018 la firma di Donald Trump
Il «concept» era stato lanciato nel 2016 da Abe ed è stato sottoscritto l'anno scorso al vertice Apec dal presidente americano Donald Trump in sostituzione delle strategie della precedente amministrazione Obama (che aveva parlato prima di «Pivot» e poi di «Rebalancing» verso l'Asia). Si tratta di un aggiornamento della precedente visione giapponese di un «arco» di democrazie e prosperità che dal Sol levante giungeva all'Oceano Indiano e oltre. Per molti analisti, si tratta di una visione che ha connotati e obiettivi di contenimento o quantomeno diluizione della crescente influenza internazionale della Cina, anzitutto per la sua proiezione geografica che si impernia su Giappone, Australia e India sul sottofondo della presenza regionale americana. Il focus di questa visione è infatti sempre stato non solo sulla condivisione di valori di democrazia, trasparenza e rispetto delle regole internazionali, ma specificamente sulla libertà di navigazione, messa in discussione dalle pretese della Cina su quasi tutto il Mar Cinese Meridionale. Conte e Abe hanno preannunciato che saranno presto messi allo studio progetti concreti per dare impulso a questa visione di connettività euro-asiatica che – ha aggiunto il premier italiano – si può sviluppare anche in linea con la strategia recentemente annunciata dalla Ue proprio su questo tema.

Il silenzio sull’adesione dell’Italia alla Via della Seta
Come è suo costume, il governo giapponese non ha manifestato in modo diretto di esser stato sorpreso e irritati dal fatto che l'Italia sia stato il primo Paesi del G7 a firmare il Memorandum sulla Belt & Road Initiative (Conte, tra l'altro, parte domani per il summit annuale Bri). Ma Tokyo si fa sentire per sottolineare di voler essere un grande interlocutore, magari più affidabile o meno problematico di altri in quanto caratterizzato da un sistema politico simile e dalla condivisione dei medesimi valori. La cooperazione, per questi motivi, può estendersi più che con altri: ad esempio, Abe ha salutato con grande soddisfazione la recente entrata in vigore dell'accordo italo-giapponese sul «procurement» e lo scambio di tecnologie nel settore della Difesa. Una intesa da poco ratificata che apre nuove prospettive di collaborazione e sviluppo tra le rispettive industrie della Difesa.

Se poi un capitolo del memorandum con la Cina riguarda le coproduzioni cinematografiche, ecco allora che Abe ha annunciato l'avvio di negoziati, da concludere in tempi brevi, per promuovere co-produzioni italo-giapponesi di film. Sullo sfondo, spicca l'entrata in vigore, il primo febbraio, dell'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Giappone, che avvicina le rispettive economie. Abe spera che avvicinerà anche le «abitudini dei consumatori», favorendo un interscambio pratico e «culturale» nel settore alimentare. Intervenendo ieri sera a una serata di promozione della cucina nipponica, Abe ha rivelato che il sabato sera guarda il programma, su un canale tv giapponese, riguardante i piccoli borghi italiani, apprendendo quanto tradizioni e cultura sfocino in gioia di vivere e grande cultura del cibo.

L’incontro di Abe con Salvini
Nella mattinata di oggi, Abe ha avuto un incontro informale con il vicepremier Matteo Salvini. Da quanto si è appreso, per una volta Salvini ha parlato pochissimo, in quanto interessato solo a fare domande. Ha infatti chiesto al premier giapponese lumi sulla sua politica economica e sulla politica dell'immigrazione. Aspetti sui quali da tempo Salvini ha indicato il Giappone come un modello, tra sovranità monetaria e gestione flessibile della spesa pubblica, con ripetute manovre di stimoli fiscali a dispetto di un debito pubblico altissimo. Quanto alla politica sull'immigrazione, di sicuro quella di Tokyo è restrittiva, anche se di recente Abe ha deciso di allargare un po' le maglie. Ma solo per coprire le carenze di manodopera in alcuni settori e in ogni caso mantenendo uno stretto controllo complessivo sui flussi. Si potrebbe aggiungere che il caso giudiziario in corso del top manager Carlos Ghosn (incarcerato in Giappone) ha fatto balzare agli occhi del mondo che il Giappone puo' essere considerato il paradiso dei Ministri dell'Interno, con il suo fermo di polizia fino a 23 giorni. Rinnovabili.

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