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LA CANDIDATURA

Usa 2020, Biden lancia la sfida a Trump e agli altri democratici alla Casa Bianca

New York - Joe Biden ha lanciato oggi il suo guanto di sfida a Donald Trump per le elezioni presidenziali americane del 2020. E la sua discesa in campo ha completato l'affollata squadra degli aspiranti democratici, una ventina in tutto, che si daranno battaglia nelle primarie per la Casa Bianca.

Biden, a 76 anni, diventa un automatico front runner, un favorito, per la nomination da parte del partito democratico, assieme all'altro grande vecchio Bernie Sanders che nel 2016 sfidò fino all'ultimo Hillary Clinton. Ma presenta una profilo opposto a quello del «socialista-democratico», populista di sinistra, Sanders: si erge come candidato popolare e moderato, che si fa forte anzitutto dell'esperienza e dell'eredita' dell'era di Barack Obama, di cui è stato vice-presidente per otto anni. Non a caso si e' definito un democratico della «corrente» Obama-Biden.

Biden si stacca anche dai numerosi candidati di nuova generazione emersi oggi dai ranghi del partito: dalla senatrice californiana Kamala Harris all'ex deputato texano Beto O'Rourke fino al sindaco di South Bend, Indiana, il 37enne primo candidato apertamente gay Pete Buttigieg. Spesso a loro volta più a sinistra di lui e soprattutto volti molto più giovani, che puntano sulla necessità di un rinnovamento della leadership del partito.

La questione morale di Biden
Biden, originario della città industriale di Scranton in Pennsylvania e poi senatore del Maryland, ha presentato la sua candidatura su video e messaggi mediatici in termini di una profonda scelta politico-morale al cospetto degli Stati Uniti e del loro elettorato. Di una «battaglia per l'anima del Paese», per i suoi «core values», i valori fondamentali di eguaglianza e opportunità per tutti. Dove il nemico dichiarato è Trump: cita apertamente un episodio come rappresentativo, la mancata condanna da parte dell'attuale presidente delle violente manifestazioni suprematiste bianche e neonaziste a Charlottesville in Virginia nell'agosto del 2017. «Abbiamo un Presidente che assegna equivalenza morale tra coloro che diffondono l'odio e chi ha il coraggio di combatterlo. Un Presidente, che come tutti i ciarlatani nella storia, cerca solo di mettersi in mostra, di consolidare il proprio potere, cercando nell'”altro” capri espiatori». Che attacca, continua, il principio fondante del Paese: «L'America è un'idea. Basata sul principio che tutti gli uomini sono creati uguali». Biden aggiunge di «aver capito allora che la minaccia alla nostra nazione era la piu' grave che avessi mai visto». E che se quattro anni di Trump alla Casa Bianca potranno essere considerati un «momento aberrante», se «diamo a Trump otto anni cambiera' fondamentalmente e per sempre il carattere di questa nazione, non posso farmi da parte e stare a guardare».

Non solo etica: il programma economico del candidato Dem
Biden conta anche su un messaggio economico oltre che etico. Sulla possibilità, con le sue radici in Pennsylvania, di far presa su una parte dell'elettorato di Trump, i ceti medi e medio-bassi popolari e bianchi in stati che hanno sofferto continue difficilta' e sperequazioni economiche quali appunto la sue regione d'origine e il Midwest di Michigan, Wisconsin e Ohio. Scommette poi con il suo profilo di centrista liberal di attirare indipendenti e moderati. Senza perdere la base progressista democratica che si e' mobilitata in questi ultimi anni, la cui influenza però Biden ritiene sia stata esagerata dai commentatori.

È una tesi, quella della credibilità della sua nuova corsa elettorale, che dovrà ora dimostrare. Soprattutto dovrà dimostrare di essere un candidato carismatico e efficace, al di là dell'appoggio istituzionale di alcuni leader del partito sul quale probabilmente potrà far leva e di favori in preliminari sondaggi: prima di essere vice-presidente di Obama, le sue campagne nazionali erano state in passato un fallimento. Criticate per mancanza di disciplina, di visione e di capacità organizzativa e di raccolta di fondi. Si era presentato alle primarie per la presidenza già due volte, nel 1988 e nel 2008, ma entrambe aveva ottenuto pochissimi voti tra la base, sparendo quasi inosservato prima che nel 2008 Obama lo scegliesse quale vice. Da senatore aveva ritagliato un ruolo più influente e rispettato. In un segno dell'incertezza del partito sul futuro leader, tuttavia, lo stesso Obama ha dato adesso alle stampe una dichiarazione di apprezzamento per Biden senza pero' appoggiarlo apertamente contro gli altri aspiranti alla nomination.

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