Con l'ascesa al Trono del Crisantemo di Naruhito, 59 anni, restano solo due i candidati a una futura successione imperiale: il primo in linea di successione C’è Akishino, 53 anni, fratello minore del nuovo imperatore, e poi c’è il figlio di Akishino, il dodicenne Hisahito. La figlia di Naruhito e Masako, la 17enne Aiko, è esclusa da una linea di successione che prevede solo imperatori maschi, e per lo stesso motivo sono escluse anche le due figlie di Akishino, la 27enne Mako e la 24enne Kako.
La situazione è resa ancora più complicata dal fatto che, secondo le regole vigenti, le esponenti femminili della famiglia
imperiale perdono il loro status quando si sposano con un “commoner”, mentre oggi è impensabile che si re-istituzionalizzi
la soluzione, adottata in passato, delle concubine imperiali.
Logico, quindi, che nella nuova era Reiwa tornerà di attualità il dibattito su una riforma della Legge Imperiale attuale (adottata
nel 1947, assecondando una precedente norma introdotta nel 19esimo secolo) che possa stabilire un numero più ampio di “candidature”
alla successione, in modo da garantire stabilità a un sistema che ora poggia, quanto alla prossima generazione, solo sulle
spalle fragili di Hisahito: se lui non avrà figli maschi, con l'attuale normativa si “interromperebbe” un sistema la cui origine
è considerata nella mitologia nipponica risalente a circa 2.700 anni fa (mentre gli storici la datano intorno al quarto o
quinto secolo d. C.).
L’opposizione dei tradizionalisti
Il tema di una riforma era stato introdotto sul piano politico dall'ex premier Junichiro Koizumi, ma alla fine non se ne era
fatto niente, anche per via della nascita di Hisahito nel 2006. Se l'atteggiamento dell'opinione pubblica appare sempre più
aperto a consentire una linea di successione anche femminile, conservatori e tradizionalisti fanno muro e non vogliono sentir
nemmeno parlare di una futura imperatrice. Frange estremiste potrebbero ricorrere ad atti violenti per impedire una evoluzione
che per loro è tabù.
Eppure nella storia del Giappone, imperatrici donne ci sono state: fino a otto nelle 125 generazioni “registrate”, di cui
l'ultima, Gosakuramachi, regnò “solo” circa 250 anni fa. E il primo mitologico imperatore Jimmu, dopotutto, è considerato
discendente da Amaterasu, la dea del Sole (il Giappone è uno dei pochissimi Paesi nel mondo e nella storia ad aver associato
al Sole una divinità a caratteri femminili!).
Una soluzione meno improbabile di una successione femminile è quella già adombrata nella legislazione che il Parlamento ha
varato nel 2017 per venire incontro al desiderio di Akihito di abdicare: si dà mandato al governo di studiare presto la possibilità
di consentire ai membri femminili della Casa imperiale di costituire branche della famiglia imperiale, per poter candidare
i loro figli maschi al Trono.
La persistenza di atteggiamenti “anti-femminili” è testimoniata anche dalla previsione che alla principale cerimonia susseguente
all'abdicazione, il primo maggio, siano presenti solo i maschi della famiglia. Unica donna a presenziare al passaggio delle
insegne regali sarà Satsuki Katayama, in quanto esponente dell'esecutivo del premier Shinzo Abe, che interverrà al completo.
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