NEW YORK - La Fed continua a sostenere la linea attendista del governatore Jerome Powell. L'approccio “paziente” al cambiamento sui tassi monetari è giudicato appropriato “per il momento”, come risulta dai verbali appena pubblicati dell'ultimo meeting del Federal Open Market Committee della banca centrale americana che si è svolto tra il 30 aprile e il primo maggio, concluso lasciando i tassi laddove furono portati nel dicembre 2018, al 2,25-2,5%.
Le minute della Federal Reserve seguono l'orientamento della conferenza stampa post meeting di Powell, il quale aveva detto che il livello di tassi di interesse era «appropriato per adesso», rimandando più avanti nel corso dell'anno le pressanti richieste che arrivano da Trump e dai suoi fedelissimi di un taglio dei tassi.
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Il documento mostra anche un certo ottimismo da parte dei vertici della Fed sulle previsioni economiche per il 2019. Ma le valutazioni risalgono a pochi giorni prima della decisione di Trump di alzare i dazi cinesi dal 10% al 25% su 200 miliardi $ di prodotti cinesi e di bloccare le attività di Huawei.
L'inflazione resta l'osservato speciale. Tuttavia, secondo i vertici della Fed, i segnali di rialzo «sembrano essere transitori». L'approccio prudente, paziente agli aggiustamenti monetari sembra, dunque, prevalere alla luce del “buon andamento dell'economia americana e del forte livello di occupazione, con l'inflazione vicina al target del 2% della Fed”, viene ribadito nelle minute. La misura preferita dalla Fed dell'inflazione, il Pce core, escludendo food ed energia, è salito dell'1,6% a marzo rispetto a un anno prima, meno del +1,8% registrato a gennaio e del +2% registrato a dicembre. Alcuni componenti dell'Fomc hanno comunque spiegato che se l'inflazione non si risolleverà nei trimestri a venire, le aspettative sul dato “potrebbero diventare ancorate a livelli inferiori” alla crescita annua del 2% che è pari al target della Fed. E questo potrebbe rendere più difficile il raggiungimento del target stesso.
«Le politiche commerciali e gli sviluppi economici esteri potrebbero muoversi in direzioni che hanno effetti negativi significativi sulla crescita economica degli Stati Uniti». Secondo alcuni membri del Comitato della Fed la forza dell'economia Usa nel primo trimestre potrebbe essere temporanea. Il Pil americano nel primo trimestre è salito del 3,2%, oltre le attese, con il tasso di disoccupazione in aprile ai livelli minimi da 49 anni. L'idea è che l'aumento delle scorte e delle esportazioni nette sia insostenibile. Contributi più modesti dati al Pil dalle spese al consumo e dagli investimenti aziendali suggeriscono una moderazione della crescita dopo un 2018 che ha visto l'espansione migliore dal 2015 (+2,9%). Le incognite sulla guerra commerciale con la Cina pesano. Tuttavia, secondo alcuni governatori la crescita Usa nel 2019 sarà più forte di quanto stimato per via del buon andamento economico del primo trimestre.
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