Il primo ministro britannico Theresa May ha annunciato le sue dimissioni da Downing Street. May ha concluso in lacrime il suo discorso: «Ho servito il Paese che amo», ha detto prima di girarsi e di rientrare attraverso il portoncino al numero 10 e dopo aver espresso il suo «profondo rammarico per non aver potuto attuare la Brexit». Il primo ministro britannico lascerà la leadership dei conservatori dal 7 giugno, mentre rimarrà premier inglese fino alla scelta del suo successore che, secondo una nota del presidente del Partito Conservatore e dei vertici del Comitato 1922, sarà eletto entro la data del recesso estivo del Parlamento, fissata secondo il calendario di Westminster per il 24 luglio.
L’annuncio delle dimissioni, già nell’aria almeno da ieri, era stato previsto dai giornali britannici questa mattina. «Theresa May dovrebbe annunciare la data della sua partenza da Downing Street questa mattina», aveva scritto la BBC sul suo sito web, citando fonti anonime. Anche secondo il Times, May avrebbe comunicato «a breve» i dettagli del suo passo indietro.
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Sempre secondo il quotidiano britannico, il primo ministro sarebbe rimasto in carica per altre sei settimane per dare il tempo di scegliere il suo successore. In questo modo sarebbe ancora in carica durante la visita del presidente statunitense Donald Trump prevista per i primi di giugno. L'ex ministro degli Esteri, Boris Johnson, è tra i favoriti per sostituirla. Theresa May, 62 anni, si era insediata come primo ministro a luglio 2016, poco dopo che gli inglesi hanno votato a favore della Brexit nel referendum del 23 giugno 2016. Ma la leader non è riuscita a raccogliere consensi sulla sua visione riguardo all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea.
IL RITRATTO / May, la premier che ha tenuto in ostaggio Londra e l'Europa
«Ho tenuto informata Sua Maestà» la regina e «resterò primo ministro fino al completamento della procedura per la nomina di
un nuovo o di una nuova leader Tory», ha sottolineato Theresa May nel suo discorso di annuncio
delle dimissioni da Downing Street. Parlando della Brexit, ha ricordato di aver raggiunto un accordo di divorzio con Bruxelles
e di aver fatto ogni sforzo per trovare il consenso nel Parlamento britannico senza riuscirci: un fallimento che resterà sempre
per lei, ha notato, «motivo di profondo rammarico». «Ora ritengo sia nel miglior interesse del Paese» che un nuovo leader
e un nuovo premier «rilanci questo sforzo», ha aggiunto. May ha quindi difeso l'idea di un Partito Conservatore «dignitoso,
moderato e patriottico». Mentre, citando lo scomparso filantropo Sir Nicholas Winton, protagonista del salvataggio di centinaia
di bambini ebrei dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti ed ex elettore del suo collegio, ne ha ricordato «un consiglio:
il compromesso non è una parola sporca, la vita dipende dal compromesso».
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