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Brexit, Boris Johnson in pole position come primo ministro nel dopo-May

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IL TOTO-NOMINE PER LA SUCCESSIONE

Brexit, Boris Johnson in pole position come primo ministro nel dopo-May

La ricerca di un successore a Theresa May come leader del partito conservatore e primo ministro britannico inizia ufficialmente il 7 giugno, data delle dimissioni della premier. L'obiettivo è concludere l'elezione entro l'estate per poter presentare il nuovo leader al Congresso del partito il 29 settembre e in vista della nuova scadenza di Brexit il 31 ottobre. In realtà la corsa alla successione alla May è iniziata da molto tempo e ora il campo è molto affollato: i potenziali candidati sono già 18 e il loro numero potrebbe aumentare. Vediamo gli aspiranti leader che hanno le maggiori chance di successo.

Boris Johnson in pole position
In pole position, senza ombra di dubbio, c'è Boris Johnson. L'ex ministro degli Esteri, grande sostenitore di Brexit, è il politico più popolare tra i conservatori. Secondo i sondaggi il 40% dei membri del partito lo vorrebbe come leader. E' convincente e dotato di carisma. E' riuscito a farsi eleggere per due volte sindaco di Londra, città tradizionalmente laburista. Secondo molti è l'unico che può neutralizzare la minaccia del Brexit Party di Nigel Farage e al tempo stesso contrastare il leader laburista Jeremy Corbyn. Il problema è che Johnson è inviso alla maggioranza dei deputati conservatori, che dovranno fare la prima selezione dei candidati. Molti colleghi considerano Boris inaffidabile, superficiale, troppo ambizioso e senza scrupoli e faranno di tutto per non includere il suo nome nella rosa finale di due candidati che verrà presentata ai membri del partito.

Gli altri papabili: Raab e Hunt
Secondo in classifica a una certa distanza c'è Dominic Raab, ex ministro responsabile di Brexit che aveva rassegnato le dimissioni in protesta ai troppi compromessi della May. Raab si rivolge all'ala euroscettica del partito e si presenta come persona seria e competente. Il suo problema è che è poco conosciuto e poco popolare. In lizza c'è anche Jeremy Hunt, attuale ministro degli Esteri ed ex ministro della Sanità. Nel 2016 aveva fatto campagna a favore di restare nella Ue, ma ora si presenta come sostenitore moderato di Brexit e come moderato che potrebbe riunire il partito diviso. Michael Gove, attuale ministro dell'Ambiente, è considerato uno dei migliori cervelli del partito conservatore. Negli ultimi tempi è stato un fedelissimo della May, probabilmente per tentare di modificare la sua immagine di “traditore”. Leader della campagna pro-Brexit prima del referendum del 2016 assieme a Johnson, Gove aveva annunciato la sua candidatura a leader a sorpresa subito prima di Johnson, costringendo Boris alla ritirata. Non aveva avuto successo, ma da allora è stato considerato inaffidabile.

L’occasione perduta di Andrea Leadsom
Anche Andrea Leadsom era in lizza per diventare leader del partito già nel 2016 ed era stata la sua decisione di ritirarsi dopo alcune dichiarazioni infelici in un'intervista a permettere alla May di essere nominata senza essere eletta. Diventata Leader del Parlamento, ha cercato negli ultimi tre anni di promuovere Brexit, e questa settimana ha dato le dimissioni per protesta contro il nuovo piano della May che, ha dichiarato, “per me non è Brexit”.
Sajid Javid non nasconde la sua ambizione di diventare il primo musulmano a diventare leader del partito e premier. Il ministro dell'Interno, figlio di immigrati pachistani, ex banchiere, aveva votato a favore di restare nella Ue nel 2016 ma ora si presenta come sostenitore moderato di Brexit. Da ministro ha promosso una linea dura sulla sicurezza e in particolare sul terrorismo islamista.

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