Il prossimo – o la prossima? – presidente della Commissione sarà scelto seguendo il consolidato metodo degli “Spitzenkandidaten” o facendo leva su altri criteri? Questo è uno degli scogli che i leader Ue si trovano ad affrontare come primo passo della “nuova” Europa dopo le elezioni al vertice informare di martedì sera a Bruxelles. La presidenza della Commissione non è l’unico piatto indigesto sul tavolo: il menù, infatti, prevede anche la definizione dei criteri per arrivare alla definizione dei nuovi vertici Ue e del presidente della Bce. Obiettivi che, inevitabilmente, si intrecciano anche con i lavori per definire maggioranza e opposizione in un Parlamento spaccato tra popolari, sociali, liberali, verdi e sovranisti.
Al termine del vertice, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha fatto riferimento alla Brexit definendola «vaccino contro la propaganda anti-Ue». Tuska ha sottolineato come «l’Europa è il vincitore di queste elezioni. La maggioranza degli elettori ha votato per un'Unione più efficace ed ha rigettato chi voleva un'Europa più debole». «C'è stata una visibile maggioranza al tavolo determinata sull'equilibrio di genere, la mia ambizione ed il mio piano è che ci siano due donne» a ricoprire i top job dell'Ue ha aggiunto.
Sulla Bce, Tusk ha detto: «La Bce non è aperta alla concorrenza tra le parti, deve rimanere indipendente dalla politica». «Tutti i miei interlocutori sono consapevoli di questa mia posizione. Ma i trattati ci affidano il compito di prendere la decisione» sulla nomina del presidente della Bce «su raccomandazione dei ministri delle Finanze». Il premier italiano Giuseppe Conte, invece, al termine del vertice non ha rilasciato dichiarazioni.
Merkel e Macron divisi dalla scelta
All’arrivo al vertice si è subito capito che le posizioni dei due principali leader sono diametralmente opposte, almeno sulla
nomina del successore di Jean-Claude Juncker. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha precisato che «il metodo dei candidati
di punta per la presidenza della nuova Commissione è molto importante e sostengo Manfred Weber». Il metodo sollecitato da
Merkel è quello che prevede di nominare il leader del partito europeo più votato. Poco dopo, il presidente francese Emmanuel
Macron ha invece sottolineato: «Siamo a una nuova tappa della costruzione europea ed è la prima volta in Parlamento non esiste
una maggioranza con due partiti» riporta Radiocor. Macron a proposito del nuovo presidente della Commissione ha precisato
che «deve trattarsi di una persona che si ritrovi “nel nostro progetto europeo con l’esperienza necessaria, una personalità
europea eminente con esperienza nel proprio Paese». Il presidente francese è contrario al metodo dello Spitzenkandidat e
sponsorizza innanzitutto il negoziatore Ue per la Brexit Michel Barnier.
Vestager possibile alternativa
Tra i leader che non si sono sottratti a commentare il vertice esplicitando la propria posizione, il premier croato Andrej
Plenkovic ha espresso apprezzamenti per Barnier, ma ha ricordato che il Ppe sosterrà Weber. E tra i due “candidati” potrebbe
spuntare la terza incomoda e forse anche possibile mediazione tra le diverse posizioni: «Margrethe Vestager è una eccellente
candidata alla presidenza della Commissione Ue, ha tutte le qualità necessarie» ha detto Xavier Bettel, premier del Lussemburgo
e liberale. Dal canto suo, il premier olandese Mark Rutte arrivando al vertice ai giornalisti che chiedevano la sua opinione
sulla candidatura dell’olandese Frans Timmermans (Socialisti e Democratici) alla Commissione Ue ha detto: «Sono qui per rappresentare
gli interessi olandesi».
I 4 di Visegrad: metodo Spitzenkandidaten non è la Bibbia
«La Slovacchia ed i Paesi dei Visegrad (V4) non considerano il sistema degli Spitzenkandidaten la sacra Bibbia. Penso che
la presidenza della Commissione
europea dovrà andare al candidato migliore». Così il premier slovacco Peter Pellegrini al suo arrivo al vertice straordinario
dei leader. «Barnier? Ho già sentito quel nome, parlando con la cancelliera tedesca. Abbiamo concordato che abbiamo bisogno
di una dinamica nuova, perciò» l’identikit del nuovo presidente dell'Esecutivo comunitario è «giovane, dinamico, e con molto
potere. Chi è? Staremo a vedere», ha aggiunto.
Conte: mandato Bce è uno dei dossier
Il premieri italiano Giuseppe Conte, arrivando al vertice, “inaugura” il tema Bce: «Rivedere il mandato della Bce?» risponde
a chi gli rivolge la domanda, «ci sono tanti dossier aperti, uno è anche quello». Sul tavolo è la proposta di Matteo Salvini
di rivedere il mandato per garantire il debito degli Stati.
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