Israele verso nuove elezioni dopo il voto di poco più di un mese fa: è la prima volta nella sua storia. Al termine del mandato
esplorativo che scadeva alla
mezzanotte di martedì 28 maggio, il premier incaricato Benyamin Netanyahu non è riuscito a trovare un'intesa con il suo ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman. Il leader nazionalista laico di 'Israele casa nostra' non si è mosso di un millimetro dalla sua richiesta - per entrare
al governo - di un'applicazione senza sconti della legge sulla riforma della leva per gli studenti ortodossi, vista invece
come il fumo negli occhi dai partiti che sostengono la coalizione di maggioranza.
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Il tutto - in uno scenario istituzionale senza precedenti - mentre la Knesset, su iniziativa del Likud, il partito del premier, ha optato per il proprio scioglimento pur di impedire al presidente Reuven Rivlin di affidare un nuovo incarico o ad un altro deputato di destra o all'opposizione di centrosinistra di Blu-Bianco guidata da Benny Gantz, il rivale delle ultime elezioni. Una prassi che lo stesso Rivlin, pur condannando il ritorno alle urne, ha riconosciuto corretta e nei poteri della stessa Knesset.
La Knesset ha poi votato la legge che scioglie l'assise uscita dal voto del 9 aprile scorso e ha indetto nuove elezioni per il 17 settembre. A favore hanno votato 74 deputati e contro 45, 1 assente. Il provvedimento è stato approvato nella concomitante scadenza dell'incarico al primo ministro Benyamin Netanyahui che non ha trovato una maggioranza di 61 deputati per un nuovo governo. La possibile intesa con il leader nazionalista Avigdor Lieberman è naufragata sulla legge per la leva degli studenti ortodossi.
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