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Brexit, le case automobilistiche chiedono l'istituzione di una tariff-free zone: a rischio utili e posti di lavoro

Jaguar Land Rover
Jaguar Land Rover

Nel Regno Unito si costruiscono autovetture dei marchi inglesi Jaguar e Land Rover (appartenenti al gruppo indiano Tata, Mini e Rolls-Royce (gruppo Bmw) e anche Toyota, Nissan, Ford e GM (marchio Vauxhall). Ma ci sono anche McLaren e Aston Martin (quest'ultima in mano Bonomi).
L'industria dell'auto in Uk ha registrato negli ultimi anni una vera e propria rinascita, basti pensare a Jaguar Land Rover che in breve tempo dopo lo scorporo da Ford e l'ingresso nel Gruppo Tata, è a una seconda giovinezza con fabbriche che sino state potenziate, impianti costruiti ex novo in Inghilterra e in tutto il mondo.

Ora Brexit rischia a causa di fattori di scambio meno favorevoli di pregiudicare tutto questo con danni estesi a tutta la filiera. Inoltre il mercato britannico è il secondo per dimensione in Europa dopo quello tedesco e Brexit potrebbe danneggiare l'intero settore e la filiera europea a livello di import e di export con un impatto per tutte le case, comprese Fca ovviamente e anche per l'industria italiana che da Melfi esporta Jeep Renegade e 500X.

Sul sito specializzato italiano Autolink News si legge che “secondo gli analisti di Evercore ISI, il mercato auto britannico (reduce da quattro anni di boom) è destinato ora ad un'inversione di tendenza sia a livello di vendite (previsto un -10% per il 2017) che di produzione.

L'autorevole Automotive News sostiene che le case automobilistiche stanno chiedendo l'istituzione e il mantenimento di una area tariff-free tra Unione Europea e Regno Unito per compensare la Brexit.

Tuttavia pare prevalere tra i costruttori un sentiment prudenziale teso a verificare con calma gli effetti possibili di Brexit

Sempre secondo Autolink news il gruppo Bmw, che come accennato in Gran Bretagna ha sedi produttive dei marchi Mini e Rolls-Royce, l'impatto dell'uscita dall'UE non sarà immediato. Analogo il commento di Jaguar Land Rover (ma il Gruppo Tata che lo controlla ha visto il titolo crollare in India) e di Toyota.

«Insomma – si legge i una nota su Autolink News – le case invitano alla calma in questo periodo iniziale postreferendum che sarà di incertezza, ma è chiaro che nel futuro a medio-lungo termine le ripercussioni potrebbero essere gravissime e non soltanto per l'industria automobilistica britannica. Gli effetti potrebbero infatti ampliarsi a tutto il comparto europeo con esiti del tutto imprevedibili».

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