La Cadillac Allanté debutta al Salone di Parigi del 1986 con il chiaro intento di fare concorrenza, in particolare negli USA, alla Mercedes Benz SL, allora ancora nella versione W107. Con il senno di poi oggi si può dire che l’obiettivo fu clamorosamente mancato e questo, a nostro avviso, essenzialmente per due motivi: il primo fu la troppo poca potenza del primo motore V8 da 4,1 litri montato sulla Cadillac: 173 CV contro i 218 (gravati, oltre tutto, da una cinquantina di chili in meno da portare a spasso) disponibili sulla Mercedes 420 SL, la diretta concorrente; è vero che negli USA i severi limiti di velocità venivano fatti rispettare anche allora, ma è chiaro che il marketing General Motors non tenne conto che la clientela elitaria di queste decapottabili desiderava sfoggiare un motore esuberante, per saettare via ai semafori oppure magari solo per vantarsene al Circolo del Golf, anche se poi non lo poteva interamente sfruttare sulle strade.
Il secondo motivo prescindette dalle responsabilità della GM e fu la presentazione, nel 1989, della Mercedes Benz R129 disegnata da Bruno Sacco: a quel punto il gap divenne incolmabile anche sul piano estetico, per quanto la Allantè non sia affatto un'auto poco attraente neppure oggi. Magari non particolarmente personale, quello sì; molto probabilmente limitato dagli emissari di Detroit, lo staff della Pininfarina capeggiato da Leonardo Fioravanti, crea una linea, sì elegante, ma certamente anodina e con l'unica caratterizzazione data dalla calandra tipicamente Cadillac anche se di dimensioni forse troppo ridotte. Una verosimile conferma alla nostra tesi della pressante influenza americana sulla definizione dello stile è poi data dal fatto che le linee fluenti dell’Allanté non presentano alcuna parentela con la produzione Pininfarina del tempo e, per trovare qualcosa di simile uscito dalla fucina di Grugliasco (TO), bisogna risalire alla Peugeot 504 Cabriolet del 1969.
Dove, invece, l’influenza statunitense non presenta controindicazioni è nell'abitacolo: a parte il criticatissimo volante, ci pare che gli interni di questa Cadillac siano semplicemente impeccabili; anni luce più accoglienti di quelli delle Mercedes, sono nel contempo molto personali, lussuosamente rivestiti e completamente accessoriati con componenti tecnologicamente molto avanzati e, come America pretende, totalmente affidabili. Molto ben studiato, oltre che rivestito in moquette anche sotto il suo coperchio, il bagagliaio che può essere reso comunicante con l’abitacolo attraverso apposito sportello per un aumento impagabile della versatilità della vettura già avvantaggiata, sempre nei confronti della Mercedes, da un tetto rigido in alluminio, fornito di serie, che non obbliga a chiamare a raccolta il vicinato per movimentarlo.
Nel 1989, principalmente per motivi di economie di scala, viene montato il V8 da 4,5 litri della Cadillac Seville che sviluppa 204 CV e così le prestazioni migliorano un po’ passando dal mortificante all’appena accettabile; il motore che la macchina avrebbe sempre meritato arriva solo a fine 1992 per l’ultimo anno di produzione della Allanté: il nuovo «Northstar» da 4,6 litri da quasi 300 CV che le dona quella verve (0-100 sotto i 7 secondi) che ci si aspetta da una così snella spider. La Cadillac Allanté non fu mai importata ufficialmente in Italia, qualche esemplare arrivò grazie ad operatori indipendenti, pur essendovi, in larga parte, costruita: come è noto, grazie ad un ponte aereo appositamente costituito, le operazioni di assemblaggio della quarantina di vetture giornaliere previste furono distribuite tra Detroit e Grugliasco (TO) grazie ad una commessa che si rivelò molto importante per la Pininfarina.
Si tratta di un macchina di ottima qualità; è molto piacevole da guidare con il suo tranquillo motorone che mai è in grado di mettere in crisi le ruote anteriori motrici, il cambio automatico è di una morbidezza da riferimento e le sospensioni, senza trasformare l’auto in un barcone, sono di una sofficità oggi dimenticata su questi tipi di auto; in più la sua linea è invecchiata molto bene e mai si direbbe che state viaggiando su un’auto di trent'anni fa; incredulità che si trasforma in stupore se si sale a bordo e si tocca con mano il funzionamento del climatizzatore automatico di cui è dotata. Piuttosto difficile da reperire in Italia per la scarsità di esemplari venduti, la si può cercare in Germania dove la scelta, tra i quindici e i ventimila Euro, è abbastanza ampia; crediamo valga la pena farci un salto e venire a casa con una delle ultime con motore «Northstar»: una decapottabile che vi lascerà ben pochi rimpianti nei confronti di scelte ritenute magari più prestigiose, ma incomparabilmente più ovvie; e non dimenticatevi in Germania il tetto rigido perché l’Allanté, se i consumi un po’ alti non vi disturbano, può diventare anche la vostra unica auto.
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