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AUTOMOTIVE

Renault-Nissan, cosa succederà all’alleanza dopo l’uscita di scena di Carlos Ghosn

Gli effetti sull’asse Renault-Nissan dopo i guai giudiziari di Ghosn
Gli effetti sull’asse Renault-Nissan dopo i guai giudiziari di Ghosn

L’uscita di scena di Carlos Ghosn dai vertici di quella che è nota come l’alleanza Renault-Nissan è destinata a creare un vero e proprio terremoto nel gruppo automobilistico che l’anno scorso era riuscito a scalzare Volkswagen come primo costruttore di auto e veicoli commerciali al mondo. Anche se di vero e proprio gruppo non si dovrebbe parlare, ma piuttosto di una partnership alla luce dei legami fra Renault e Nissan, unite fra loro da un accordo industriale e da partecipazioni incrociate, così come Mitsubishi è di fatto una controllata di Nissan.

L’eredità di Ghosn si annuncia molto pesante e non solo perché il manager francese di origini libanesi è stato alla guida prima di Renault e poi di Nissan, salvandola di fatto da una possibile bancarotta alla fine degli anni Novanta. E a lui si deve anche l’entrata nell’alleanza di Mitsubishi di cui era stato nominato amministratore delegato, l’ultimo dei suoi tanti incarichi ai vertici dell’alleanza.

L’eredità è pesante, anche perché proprio a Ghosn si deve la lungimiranza di una partnership strategica fra Europa e Giappone nel settore automotive, mai riuscita prima neanche a Volkswagen per le note diversità fra i due mondi. E ancora perché proprio a Ghosn i brand dell’alleanza avevano affidato il compito di accelerare le sinergie interne come primo obiettivo della conferma al vertici dell’asse che era stata prolungata fino al 2022.

Mentre si è in attesa di capire chi potrà sostituirlo - fra i papabili ci potrebbe essere anche Daniele Schillaci, un’italiano con una lunga militanza sia in Renault che in Nissan - Ghosn si vede comunque riconosciuto il merito di alcune fra le scelte più coraggiose degli ultimi anni.

Dalla svolta elettrica partita con Nissan e in particolare con la Leaf che è oggi la vettura a batterie più venduta al mondo, alla strategia comune avviata col gruppo Daimler destinata a far crescere in qualità e in affidabilità la gamma «premium» di Renault oltre a portare all’importante accordo per la produzione congiunta della Renaut Twingo e della Smart, il brand di accesso alla gamma Mercedes e di fornitura alla stessa «casa della stella» dei motori diesel per la sua gamma di compatte, dalla Classe A alle sue varianti, la B, la Cla e la Gla. Oltre al ritorno in Formula Uno voluto proprio dal manager in disgrazia.

E allo stesso Ghosn si deve la nuova «vision» nota come Intelligent Mobility di cui fanno parte l’Intelligent Driving, cioè i dispositivi che vanno verso la guida autonoma. e l’Intelligent Power nonché tutto ciò che concerne l’elettrificazione, per non dire dell’Intelligent Integration, con le vetture che dialogheranno fra di loro oltre a interagire con le infrastrutture.

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