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Padoan, la natura privatistica delle Casse non è in discussione e…

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La risposta al question time

Padoan, la natura privatistica delle Casse non è in discussione e neppure la loro autonomia

Pier Carlo Padoan
Pier Carlo Padoan

«La natura delle Casse è privatistica anche se svolgono una funzione previdenziale per determinate categorie professionali». Questo chiarimento è contenuto in un question-time di ieri a cui ha risposto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Nella risposta si legge che un eventuale investimento delle Casse - deliberato dai singoli organi di amministrazione in totale autonomia - non mette a repentaglio la loro stabilità e neppure va contro gli interessi degli iscritti. Chiariti questi punti il capitolo Casse-Atlante 2, almeno per ora, sembra chiuso con un nulla di fatto ma le questioni sollevate aspettano di trovare una soluzione.

Ci riferiamo, in primis, alla natura delle Casse “privata” da un lato ma con compiti di pubblico interesse, dato che sono chiamate a gestiore e far fruttare i contributi previdenziali che obbligatoriamente i loro iscritti versano . Su questo punto la risposta del Mef sembra fare chiarezza e riportare il tema su binari noti, la natura è privatistica ma la funzione è pubblica.

La Commissione di controllo
La questione Casse-Atlante 2 è stata oggetto di discussione sempre oggi durante l’audizione dei vertici dell’Adepp - il presidente Alberto Oliveti e i vice presidenti Nunzio Luciano e Alberto Schiavon - presso la Commissione permanente di controllo sull’attività degli enti di previdenza guidata da Lello Di Gioia. L’onorevole Di Gioia ha detto ad Oliveti «delle dichiarazioni e risposte ufficiali» sulla questione, Oliveti ha spiegato alla Commissione che «mancano le condizioni per aderire ad Atlante 2» e ha chiarito - ai margini dell’incontro - che non vi è stata nessuna pressione da parte del Governo .

Le richieste delle Casse
Un’altra questione su cui le Casse da tempo cercano di richiamare l’attenzione e che è tornata in auge con Atlante 2 è quella della tassazione a cui sono soggette, tra le più alte d’Europa e senza nessuna considerazione del fatto che si tratta di risparmi previdenziali e non di investimenti speculativi.

Ci sono poi i numerosi controlli a cui sono soggette (Covip, ministeri vigilanti, Commissione parlamentare di controllo solo per citarne alcuni), che comportano la rielaborazione degli stessi dati in formati diversi a seconda dell’Autorità che li richiede, con conseguente impiego di personale dedicato, senza fare distizioni tra casse piccole, medie e grandi.

Pende inoltre un regolamento che dovrebbe normare gli investimenti - in gestazione da anni - come già accade per i fondi di previdenza complementare. Regolamento più volte rimaneggiato e che mira a evitare investimenti e impieghi rischiosi o con scarsi rendimenti.

Tutte questioni che sono state ribadite durante l’incontro con il Governo di due settimane fa e che sono in qualche modo entrate nella trattativa - Atlante 2. Una trattativa che doveva per forza di cose passare dai Cda dei singoli enti, che hanno agito ognuno per sé:
• tre Casse (Inarcassa ingegneri e architetti , Cnpadc-commercialisti e Enpav-veterinari) non hanno firmato la delibera Adepp e si sono subito sfilate.
• l’Epap, l’ente pluricategoriale di geologi,attuari, chimici, agronomi e forestali guidato da Stefano Poeta boccia la delibera di investimento nel Cda convocato il 28 luglio. È il primo ente firmatario che alla luce dei dettagli decide che l’investimento Atlante non è performante per la Cassa.
• gli psicologi di Enpap, guidati da Felice Damiano Torricelli per valutare l'investimento nel Fondo Atlante - un’operazione ritenuta insolita dai vartici dell’ente - hanno avviato l’analisi tecnica che utilizzano per tutti gli investimenti e che richiede almeno un mese di tempo. Impensabile assumere decisioni avventate negli investimenti: in gioco ci sono i soldi dei nostri colleghi»
• l’Enpacl - consulenti del lavoro, guidati da Alessandro Visparelli, ha deliberato di rinviare la decisione in attesa di maggiori dettagli
• Enpam (medici e odontoiatri) e Cassa forense, i cui presidenti sono rispettivamente Alberto Oliveti e Nunzio Luciano, hanno abbandonato l’idea senza convocare il Cda perché gli aspetti tecnici non rispettavano quanto inizialmente preventivato e mancavano le delibere dei ministeri vigilanti
• l’Eppi - periti industriali con due sintetici comunicati prima ha informato gli iscritti che sta valutando la proposta del goverso e in seguito che tale proposta non viene accolta perché il rapporto rischi/rendimento non è in linea con i parametri di riferimento delle Casse

I tentativi passati
Le Casse si dicono da tempo disposte a investire nell’economia reale, ma non tutti gli investimenti sono coerenti alla loro natura e al loro scopo. Un unico tentativo, piuttosto goffo, di coinvolgerle come sistema in un investimento per il Paese fu quello fatto dall’allora ministro Tremonti - siamo nel 2010 - che chiese alle Casse di investire nell’housing sociale, un progetto che ha ottenuto fondi per 2 miliardi (di cui 300 milioni avuti dalla Casse) e che ne ha spesi nei primi cinque anni (2010-2014) poco più del 10%.

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