
Il Fisco italiano si presenta all’estero. Non solo per le opportunità legate alle nuove agevolazioni, ma anche e soprattutto per un’immagine più stabile nel segno della certezza del diritto.
Per spiegare cosa è cambiato e quali sono le prospettive l’agenzia delle Entrate sarà questa mattina presso l’ambasciata italiana a Londra nel contesto di un roadshow istituzionale organizzato anche dal ministero dello Sviluppo economico. Un primo esperimento di questo tipo con cui l’amministrazione finanziaria italiana prova a parlare faccia a faccia agli investitori stranieri a casa loro, davanti a una platea di potenziali investitori che sarà composta non tanto e non solo da tecnici quanto da decisori, ossia da quei soggetti che poi concretamente potranno assumere le scelte di investimento.
Un tentativo di far presente che qualcosa è cambiato e che la legislazione fiscale ha posto particolare attenzione agli aspetti di internazionalizzazione per attrarre gli investimenti nel nostro Paese. A rappresentare l’agenzia delle Entrate saranno il direttore centrale Normativa, Annibale Dodero, e il responsabile dell’ufficio per i nuovi investimenti, Gaetano Scala. Una presentazione breve e mirata delle principali novità: riduzione Ires al 24% a partire dal 1° gennaio 2017, funzionamento dell’Ace (aiuto alla crescita economica) per chi capitalizza, credito d’imposta per ricerca e sviluppo, patent box. Quattro pilastri per consentire un tax planning per chi vuole investire sfruttando le chance per ridurre il carico tributario.
«Ci sono più opportunità per chi vuole investire in Italia utilizzando agevolazioni e incentivi esistenti nel sistema fiscale e con la opportunità di avere più certezza sull’interpretazione delle norme», spiega Annibale Dodero. Già perché, oltre a offrire più opportunità sia alle imprese nazionali sia a quelle estere, l’Italia punta a recuperare un gap reale e percepito sul versante della certezza del diritto. In questa direzione vanno la regolamentazione dell’abuso del diritto, l’istituzione della cooperative compliance e l’interpello per chi investe oltre 30 milioni di euro con significative ricadute occupazionali. Tutti istituti che hanno come filo conduttore quello di essere stati creati dai decreti di attuazione della delega fiscale.
Proprio l’interpello per i nuovi investimenti, di cui si parlerà oggi a Londra, presenta l’opportunità di sapere come la pensa chi deve fare i controlli in presenza di una legislazione che resta complessa come quella tributaria. Chi vuole effettuare un controllo deve, infatti, preventivamete consultare l’ufficio che ha fornito il parere. «L’interpretazione resa dall’amministrazione finanziaria con la risposta all’interpello – sottolinea Gaetano Scala - non può essere modificata finché le condizioni di fatto e di diritto rimangono invariate».
A fronte di tutto ciò, c’è anche un investimento dell’agenzia delle Entrate in termini di risorse e obiettivi su questi nuovi versanti (come testimoniato anche dall’ultima convenzione stipulata a inizio agosto con il Mef). Oltre alle strutture già create, si punta anche a riconvertire quelle che hanno già maturato una significativa esperienza in tal senso. L’ufficio supporto investitori esteri si è molto dedicato a Expo come sorta di help desk che forniva risposte agli operatori a quesiti di natura fiscale e ora potrebbe essere dedicato a soggetti stranieri interessati a operare in Italia.
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