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Equitalia, rate-bis per 730 milioni di euro in un mese

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RISCOSSIONE

Equitalia, rate-bis per 730 milioni di euro in un mese

Quasi mille richieste di riammissioni in media al giorno nel primo mese di entrata in vigore. Il ritorno alle dilazioni-bis con Equitalia vale già 730 milioni di euro per un importo complessivo di 24.308 piani per cui è stata presentata l’istanza per beneficiare nuovamente della possibilità di pagare in più tranche. È il bilancio dal 20 agosto al 20 settembre reso noto dal concessionario pubblico della riscossione in relazione alla fine stra riaperta dalla legge di conversione del decreto enti territoriali (il Dl 113/2016), che si concluderà il prossimo 20 ottobre.

La task force
Numeri che secondo Equitalia vanno giudicati positivamente, anche in considerazione del fatto che potrebbe poi verificarsi un’accelerazione nelle richieste presentate con l’avvicinarsi della scadenza. E proprio per far fronte alle istanze arrivate e a quelle che arriveranno è stata messa in campo una task force voluta direttamente dall’amministratore delegato, Ernesto Maria Ruffini, per coordinare il lavoro delle strutture regionali con l'obiettivo di fornire entro poche ore le risposte ai cittadini che vogliono essere riammessi ai pagamenti rateizzati.

Il trend regionale
A livello territoriale sono Lombardia e Lazio le due regioni con il maggior numero di istanze di riammissione presentate finora: un dato in linea con le dinamiche di riscossione e di rateazione di Equitalia. Nel primo caso sono 3.198 per un importo corrispondente di circa 110 milioni di euro, in pratica la cifra

“In Lombardia presentate 3.198 richieste per un importo di circa 110 milioni di euro”

 

media nuovamente rateizzabile si aggira sui 34.337 euro. Nel secondo caso, invece, le richieste sono state 2.594 per un valore corrispondente di circa 126 milioni di euro. Fanalino di coda è la Valle d’Aosta con 43 richieste di riammissione per 1,3 milioni di euro.

Le esperienze passate

La chance di riammissione alla rateazione è stata molto sfruttata nelle precedenti occasioni in cui è stata concessa a livello normativo. Basti pensare, infatti, che nel 2014 e 2015 le tre finestre che sono state concesse hanno portato nuovi piani di rateizzazioni per un ammontare di 2,2 miliardi di euro.

Il meccanismo
La riammissione attualmente in corso è rivolta a tutti i contribuenti decaduti fino al 30 giugno 2016. Come anticipato, l’istanza deve essere presentata entro il 20 ottobre prossimo (60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Dl enti territoriali), senza dover pagare subito le rate scadute del precedente piano di dilazione. Ci sono, però, alcune condizioni da rispettare. Vediamole nel dettaglio.

1) Non sono comunque rateizzabili le somme per cui ricorrono i motivi ostativi previsti dalle norme in tema di crediti vantati dal debitore nei confronti di una pubblica amministrazione e da questi segnalati all'agente della riscossione.
2) Può essere concesso un nuovo piano con un numero massimo di 72 rate (indipendentemente dal numero di rate precedentemente concesso) nel caso in cui si chieda la riammissione di un precedente rateo di tipo ordinario.
3) Può essere concesso con lo stesso numero di rate della rateizzazione per la quale si chiede la riammissione nel caso di piano di tipo straordinario, ovvero 120 mesi.
4) Basta saltare 2 rate anche non consecutive per decadere nuovamente.

Dopo la scadenza

Anche dopo la scadenza del 20 ottobre c’è comunque la possibilità di rientrare nel piano di dilazione. A regime, però, per essere riammessi bisogna prima saldare in un'unica soluzione le rate del precedente piano scadute alla data della nuova istanza presentata. Inoltre, bisognerà presentare una nuova richiesta completa di documentazione che attesti lo stato di temporanea difficoltà economica, trattandosi a tutti gli effetti di una nuova rateizzazione. Il nuovo piano può essere concesso per un numero massimo di rate non superiore a quello residuo del piano per cui si chiede la riammissione. E la decadenza scatterà se non si pagano 5 rate, anche non consecutive.

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