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Partite Iva, stop studi di settore dal 2017. Cosa cambia per 3,6…

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IL DECRETO FISCALE

Partite Iva, stop studi di settore dal 2017. Cosa cambia per 3,6 milioni di imprese e autonomi

Tanti annunci. E ora il cambiamento sta davvero per cominciare. L’addio agli studi di settore prende forma nel decreto fiscale varato sabato scorso in Consiglio dei ministri. Una rivoluzione che interesserà circa 3,6 milioni tra autonomi, imprese e società tenuti ogni anno a compilare il modello con i dati relativi alla propria attività economica. Gli obiettivi più volte dichiarati dal Governo sono almeno tre: rendere più facile la compilazione, non chiedere dati già in possesso dell’amministrazione finanziaria, arrivare a prevedere meccanismi tali per ridurne progressivamente fino a eliminarne l’utilizzo in sede di controllo per i contribuenti più virtuosi che si collocheranno su una scala alta di compliance.

I passaggi

Per raggiungere queste finalità il decreto fiscale delinea un passaggio in due tempi. A partire dall'anno d'imposta 2017, infatti, arriveranno gli indici di affidabilità fiscale per le partite Iva tenute attualmente a compilare gli studi di settore. Poi dovrà essere un decreto del ministero dell'Economia a stabilire le modalità e i termini per arrivare all'eliminazione dello strumento per i controlli. Si completa in questo modo un percorso avviato dalla fine del 2009, quando le Sezioni unite della Cassazione stabilirono che le risultanze degli studi di settore non bastano da sole per l'accertamento.

Il progetto

Un progetto per il superamento degli studi di settore era stato già presentato agli inizi di settembre e prevedeva per l’appunto il passaggio agli indicatori sintetici di compliance. Questi ultimi verrebbero a rappresentare il posizionamento di ogni contribuente sulla base di una serie di indicatori significativi (su una scala da 1 a 10) che forniranno il grado di affidabilità. Chi raggiungerà un grado elevato,avrà accesso al sistema premiale che prevede, tra l'altro, l'esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità. Detto in altri termini si tratterebbe di una specie di termometro che misura la fedeltà fiscale del contribuente. Ma vediamo nel dettaglio anche le altre macro-linee di cambiamento.

Normalità economica: finora utilizzati per la stima dei ricavi/compensi gli indicatori di normalità economica diventano indicatori per il calcolo del
livello di affidabilità. Invece dei soli ricavi saranno stimati anche il valore aggiunto e il reddito di impresa. È uno degli elementi utilizzato dalla nuova metodologia statistico-economica elaborata per arrivare all'indice sintetico.

Basi imponibili: il nuovo indicatore di compliance sarà articolato in base all'attività economica svolta in maniera prevalentem con la previsione di specificità per goni attività o gruppo di attività. Tra gli elementi utilizzati ai fini del nuovo modello statistico anche la stima di più basi imponibili: il valore aggiunto e su questa base i ricavi/compensi e il reddito.

Dati utilizzati: gli studi di settore utilizzano una tecnica statistica di regressione multipla attraverso cui è possibile determinare la funzione che stima i ricavi con un grado di errore trascurabile. Ora con la nuova metodologia la stima del modello di regressione avverrà su dati panel (8 anni invece di 1), che contengono più informazioni e producono stime più efficienti e più precise.

Modelli organizzativi: cambierà anche la metodologia di individuazione dei modelli organizzativi necessari per creare un adeguato punto di riferimento per permettere ai contribuenti la tax compliance: l'obiettivo tendenziale è quello di una riduzione del numero di questi modelli, fornendo ad essi una maggiore stabilità nel tempo e un'assegnazione più robusta del contribuente al cluster.

L’analisi dei dati: sarà più semplice l'analisi della regressione (tecnica usata per analizzare una serie di dati che consistono in una variabile dipendente e una o più variabili indipendenti). Non ci sarà più una regressione per ogni cluster ma un'unica regressione in cui la probabilità di appartenenza ai cluster è una delle variabili esplicative indipendenti.

La stima del valore aggiunto: la stima del valore aggiunto per addetto utilizzerà una funzione di calcolo specifica in grado di offrire una maggiore interpretabilità economica dei coefficienti stimati (elasticità rispetto al valore aggiunto) e migliore aderenza dei risultati alla realtà economica. I risultati saranno così personalizzati per singolo contribuente sulla base degli effetti individuali calcolati con il nuovo modello di stima.

Niente più correttivi: Il nuovo modello di stima che caratterizzerà gli indicatori di affidabilità/compliance è in grado di cogliere l'andamento ciclico e quindi non è più necessario predisporre ex-post specifici correttivi congiunturali (i cosiddetti “correttivi crisi”) che sulla base dell'andamento economico dei settori oggetto degli studi di settore operava un riadattamento di questi.

Le semplificazioni: il passaggio ai nuovi indicatori di compliance produrrà anche un effetto di semplificazione degli adempimenti per imprese e professionisti, che saranno chiamati a comunicare all'amministrazione finanziaria un minor numero di informazioni. Si dovrebbe, infatti, realizzare una drastica riduzione dei contenuti dei modelli relativi agli studi di settore.

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