Sono sempre di più gli enti non profit che beneficiano del 5 per mille, la devoluzione dell’Irpef a favore del terzo settore che il Governo sta per riformare. Si tratta di circa 47mila soggetti, a cui si aggiungono oltre 8mila Comuni, con un incremento del 13% rispetto al 2013. Solamente 39 realtà, però, hanno percepito oltre un milione di euro e, tra queste, le prime dieci (per scelte espresse da parte dei contribuenti) si portano a casa il 27,6% degli importi assegnati (132,5 milioni).
Quanto alle scelte dei contribuenti, sono 16,2 milioni quelli che hanno espresso una scelta con la dichiarazione dei redditi: 13,8 milioni hanno premiato una organizzazione specifica, indicandone il codice fiscale, mentre 2,4 milioni hanno espresso una scelta generica, limitandosi a firmare nel riquadro della categoria corrispondente.
Gli importi assegnati
Analizzando i dati messi a disposizione dall’agenzia delle Entrate, relativi agli elenchi dei beneficiari del contributo 2015, emerge innanzitutto che - come già accaduto per il 2014 - non opera più il tetto di spesa che aveva determinato un taglio degli importi spettanti a tutti gli enti negli anni precedenti. Questo è evidente dall’importo medio del cinque per mille erogato, balzato a quasi 35 euro per contribuente, contro i 28 euro del 2013. La stabilizzazione del cinque per mille con la legge 190/2014 ha portato infatti a 500 milioni i fondi disponibili ogni anno per la ripartizione.
Ma veniamo alla distribuzione del contributo. Se da un lato la maggior parte delle opzioni espresse in dichiarazione dei redditi si concentrano su pochi “eletti”, dall’altro sono ben 21.435 gli enti che incassano meno di mille euro, di cui 995 registrano una sola scelta espressa a loro favore. A questi si aggiungono addirittura 1.848 soggetti che, dopo essersi iscritti agli elenchi dei potenziali beneficiari, non hanno poi ottenuto alcuna devoluzione e restano, pertanto, a bocca asciutta.
La categoria più rappresentata è quella del volontariato che, con quasi 40 mila enti e un importo assegnato di 325,8 milioni, rappresenta il principale punto di riferimento per i contribuenti chiamati a scegliere la destinazione del proprio 5 per mille, anche se con un lieve calo delle preferenze rispetto agli anni precedenti.
Seguono i Comuni (8.088, con un incasso di 15,3 milioni di euro) e le associazioni sportive dilettantistiche: gli enti beneficiari in questa categoria sono 7.060, incassano 11,4 milioni e vedono aumentare del 14% le preferenze a proprio favore, rispetto al 2013.
In testa alla classifica del 5 per mille 2015 si conferma l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), che ha ottenuto quasi 65 milioni di euro, seguita - limitatamente alla categoria del volontariato - dalle Onlus Emergency e Medici senza frontiere a cui comunque vengono assegnati importi nettamente inferiori (rispettivamente 13,4 milioni e 10,2 milioni di euro).
Le scelte generiche
Le scelte generiche abbondano a favore della ricerca sanitaria: sono quasi 994mila su un totale di 1,3 milioni di opzioni per il settore. Il fondo delle scelte generiche va ad arricchire di molto gli enti della parte alta della classifica (si veda anche l’articolo in alto): accade, ad esempio, che l’Airc, iscritta nei tre elenchi del volontariato, della ricerca scientifica e della ricerca sanitaria, ottenga 1,65 milioni di scelte esplicite dei contribuenti per un valore complessivo di 45,9 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 19 milioni circa di riparto proporzionale legato alle scelte generiche a favore dei tre settori.
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