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Pensioni, i sette passaggi per raggiungere l’Ape sociale

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previdenza

Pensioni, i sette passaggi per raggiungere l’Ape sociale

(Agf)
(Agf)

Quindici luglio e 30 novembre. Sono le date di riferimento per chi vuole chiedere l’Ape sociale quest’anno. Il decreto del presidente del consiglio dei ministri 88/2017, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 giugno ed entrato in vigore il giorno successivo, ha finalmente attuato l’anticipo previdenziale previsto lo scorso mese di dicembre dalla legge di bilancio 2017 (si veda Il Sole 24 Ore di sabato 17 giugno).

Ora, seguendo le ulteriori indicazioni fornite dall’Inps con relativa circolare, gli interessati potranno presentare la domanda di accesso alla prestazione per il 2017. Operazione che è meglio fare entro il 15 luglio, in modo da rientrare nel primo blocco di domande che sarà preso in considerazione dall’Inps, a cui è affidata la gestione dell’operazione.

L’Ape sociale consiste in un assegno pari alla pensione ma comunque di importo lordo non superiore a 1.500 euro mensili, che viene riconosciuto a determinate categorie di lavoratori a partire da almeno 63 anni di età e fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia o a quella anticipata se arriva prima. I potenziali beneficiari sono le persone senza impiego a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro; chi assiste da almeno sei mesi coniuge o parente di primo grado con handicap grave (legge 104/1992); chi ha una invalidità civile di almeno il 74 per cento. In questi tre casi è necessario avere anche un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. Possono chiedere l’Ape sociale anche le persone, con almeno 36 anni di contributi, che svolgono al momento della domanda di anticipo un’attività considerata pesante (sono undici tipologie elencate nel Dpcm) da almeno sei anni. Come precisato nel decreto legge 50/2017, convertito in legge pochi giorni fa, i sei anni possono essere maturati negli ultimi sette.

La procedura prevede una doppia domanda. In un primo momento si chiede all’Inps di verificare che ci siano le condizioni “potenziali” di accesso all’Ape, sia personale sia di copertura finanziaria. Una volta ottenuto il via libera, si farà domanda vera e propria per l’anticipo. Proprio perché la prestazione assistenziale può essere riconosciuta a fronte di un determinato plafond di spesa complessivo, che per il 2017 è di 300 milioni, l’Inps raccoglie le domande, le valuta e poi fornisce una risposta agli interessati.

La prima “raccolta” di domande si chiude il 15 luglio. A tutte le richieste arrivate entro questa data sarà dato un riscontro entro il 15 ottobre. In questo caso, a fronte di requisiti personali, l’Ape sarà riconosciuta, ma eventualmente posticipata se i fondi non saranno sufficienti. Chi non rispetterà la scadenza di luglio potrà comunque presentare domanda entro il 30 novembre, ma la richiesta sarà valutata solo se ci saranno fondi residui rispetto alla prima fase.

Per il 2018 cambiano le scadenze da rispettare, ma la procedura resta la stessa. Il percorso previsto per l’Ape sociale a sua volta è analogo a quello predisposto per poter andare in pensione con 41 anni di contributi se si è lavoratori precoci, cioè se si sono versati almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età. Anche questo anticipo sulla pensione è diventato operativo nel fine settimana, con la pubblicazione del Dpcm 87/2017.

DAL REQUISITO ALL’ASSEGNO

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