È sempre difficile tentare di conciliare le ragioni del gettito con quelle dei provvedimenti attesi da cittadini e imprese sul fronte della riduzione del peso di un fisco sempre più ingombrante. Per questo motivo da tempo si lavora al cantiere delle semplificazioni del sistema tributario e dei suoi adempimenti, che garantirebbero, lasciando invariato il gettito, un minor costo per i contribuenti e una maggiore efficienza nella gestione delle risorse. La legge delega del 2014 per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita è stata attuata solo parzialmente. Si sono compiuti alcuni passi in avanti sul piano del buonsenso e della razionalità ma restano molti nodi: lo sconfinato numero di adempimenti, l’elevato grado di complessità degli stessi, la scarsa chiarezza delle norme e le conseguenti difficoltà interpretative sul piano amministrativo e giurisprudenziale.
Un primo suggerimento è, dunque, quello di accelerare i tempi dell’agenda per la semplificazione. Per cogliere gli obiettivi dichiarati di «recuperare il ritardo competitivo dell’Italia, liberare le risorse per tornare a crescere e restituire ai cittadini e alle imprese il tempo da dedicare a quello che conta», il percorso appena iniziato deve produrre i suoi effetti in tempi brevi. Su questo tema è lecito domandarsi se il nuovo obbligo, introdotto a partire da quest’anno, di trasmissione trimestrale alle Entrate dei dati relativi alle fatture e alle liquidazioni periodiche Iva, un forte appesantimento degli oneri a carico di professionisti e imprese, non rappresenti un passo indietro nel processo di semplificazione.
L’obiettivo, su cui si è molto puntato, è la riduzione dell’evasione, del tax gap e l’aumento della compliance nelle transazioni fra imprenditori. Sulla reale efficacia di questi strumenti sono stati sollevati alcuni dubbi, anche in relazione alla quota consistente di mancati introiti erariali generata a valle del processo di produzione e distribuzione, nelle cessioni in cui è controparte il consumatore finale. Per cercare di controbilanciare questo aggravio procedurale potrebbero essere rapidamente studiati e attuati alcuni piccoli interventi, quali, ad esempio: l’adeguamento delle soglie per considerare i soggetti Iva trimestrali; la conferma della sostanziale riduzione dei dati da trasmettere ai fini dei nuovi Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), rispetto al precedente regime degli Studi di settore; l’eliminazione dell’obbligo di ricalcolare gli acconti d’imposta sulla base delle modifiche normative previste per l’anno in corso; l’eliminazione della modifica prevista per la compensazione “orizzontale” di crediti fiscali mediante F24; l’attuazione dello snellimento procedurale per ridurre i tempi dei rimborsi, che tanto gravano sull’equilibrio finanziario delle imprese, soprattutto dopo l’estensione dell’operatività del regime dello split payment.
Un altro punto su cui poter intervenire con marginali sacrifici di gettito è l’adeguamento degli indici di redditività previsti per la verifica dei presupposti per le cosiddette “società di comodo”. Un tema che affligge, in alcuni settori, le piccole e medie imprese, quelle per cui il total tax rate è già ai massimi livelli e su cui gli oneri amministrativi costituiti dagli adempimenti fiscali gravano fortemente in relazione alle ridotte dimensioni. Soprattutto nel settore immobiliare i rendimenti previsti per i cespiti, sia a destinazione commerciale, sia a destinazione abitativa, sono ormai assolutamente lontani da quelli di mercato e costituiscono la base per una vera e propria tassazione “virtuale” dei redditi. L’attenzione per questi punti e per gli altri che vengono evidenziati nell’ambito di questa iniziativa può rappresentare un segnale della reale volontà di dare concreta attuazione all’obiettivo di rendere meno complicate le giornate dei cittadini, dei professionisti e delle imprese, come affermato martedì scorso da Ernesto Maria Ruffini nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare per la semplificazione in cui ha esposto l’indagine conoscitiva sulle possibili semplificazioni nel settore fiscale.
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