Una «tappa importante nel percorso di uscita dalla crisi e di recupero di competitività». L’auspicio è che «il Parlamento confermi questa impostazione e si concentri su alcune zone d’ombra che rischiano di offuscare la limpidezza del disegno». È una valutazione «nel complesso positiva» quella che Marcella Panucci ha esposto ieri nell’audizione presso le Commissioni Bilancio del Senato e della Camera. In una giornata dove sono intervenuti altri protagonisti tra cui l’Abi, l’Istat e i sindacati. Per il direttore generale di Confindustria la manovra rafforza alcuni fattori di competitività attraverso il sostegno agli investimenti privati, l’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro, dà continuità alle politiche che stanno dando «buoni frutti». Nonostante «l’impegno a recuperare risorse limitando l’aumento della pressione fiscale, uno sforzo enorme considerato l’annullamento degli aumenti delle imposte indirette» per la Panucci alcune misure sono «un passo indietro rispetto alla riforma fiscale e altre rischiano di introdurre complessità operative per le imprese».
Analizzando i vari aspetti, per la Panucci è importante aver dato continuità a Industria 4.0 e aver rifinanziato la Nuova Sabatini; bene che il governo abbia colto l’invito di Confindustria sulla priorità all’occupazione dei giovani: l’auspicio è che le prossime leggi di bilancio possano aumentarne la portata . Troppo rigide le norme per contrastare l’abuso dell’agevolazione. Positive, invece, il credito d’imposta per le spese di formazione relative a Industriua 4.0 e le misure per il Sud e quelle di finanza per la crescita.
Per quanto riguarda il fisco, è urgente, secondo la Panucci, ripristinare un termine adeguato per la detrazione dell’Iva; inoltre appare «miope e distorsiva» la stretta sugli interessi passivi. Bisogna evitare di discriminare gli investimenti all’estero e occorre coinvolgere le imprese nell’implementazione dell’obbligo di fatturazione elettronica. La Panucci si è soffermata anche sulla disciplina relativa all’Emission Trading System, che ha comportato costi per gli operatori: «bisogna porre rimedio ad uno svantaggio competitivo».
A constatare la spinta agli investimenti della manovra è l’Istat: secondo il presidente, Giorgio Alleva, la proroga del superammortamento, anche se al 130% anziché al 140%, porterà un aumento nel 2018 dello 0,1% degli investimenti totali in macchinari e in proprietà intellettuale, con ricadute positive sulla produttività. Nei calcoli dell’Istituto il superammortamento si rivolge ad una platea di beneficiari in media del 24,7% delle imprese, mentre «l’incapienza riguarda il 25% delle imprese potenzialmente beneficiarie. La quota dello sgravio momentaneamente perso per incapienza è pari al 53 per cento», ha detto Alleva, aggiungendo che «ad ottobre l’indicatore anticipatore dell’andamento dell’economia registra una variazione marcatamente positiva, suggerendo la prosecuzione degli attuali ritmi di crescita».
Anche per l’Abi, preoccupata per la norma Bce sugli Nlp, «nel complesso la manovra è funzionale a stimolare un maggior contributo della domanda interna», cioè consumi e investimenti, ha detto il direttore generale Giovanni Sabatini, che ha insistito sulla necessità di un meccanismo per ridurre il costo dell’indetraibilità dell’Iva per il settore bancario, ed ha sollecitato una «maggiore efficacia del processo esecutivo», che può incidere «positivamente sul costo e sull’erogazione del credito e sulla riduzione delle sofferenze bancarie», inserendo questo aspetto, stralciato dalla manovra, nel decreto fiscale.
Quanto ai sindacati, per Susanna Camusso, leader Cgil, la manovra non interviene sullo sviluppo, non abbassa la pressione fiscale sul lavoro, inoltre «con la riapertura dei condoni si piega all’evasore». Per Carmelo Barbagallo, leader Uil, la manovra è «con luci e ombre» e c’è ancora il grosso nodo della previdenza. Per la Cisl, invece, come ha detto il segretario confederale Gianni Petteni, il giudizio è positivo: ci sono le risorse per i contratti pubblici, si avvia il reddito di inclusione, è positiva la decontribuzione per i giovani nel sud, ma vanno cambiate alcune regole sulle politiche attive del lavoro, per avere un rilancio adeguato degli investimenti.
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