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Fisco, rottamazione cartelle allargata ma con sorpresa

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DL FISCALE COLLEGATO ALLA MANOVRA

Fisco, rottamazione cartelle allargata ma con sorpresa

Rottamazione allargata ma con sorpresa. Nel giorno in cui la commissione Bilancio del Senato dà il via libera alla riscrittura della definizione agevolata dei ruoli, sul tavolo del Governo piomba un emendamento (1.0.17) targato Pd che se venisse approvato consentirebbe di non pagare sanzioni anche se il Fisco ha accertato mancati versamenti delle tasse. Se non è un condono poco ci manca. Il testo del correttivo al Dl fiscale collegato alla manovra prevede, in sintesi, che le rate dei pagamenti dovuti a seguito dell’attività di controllo e accertamento dell’agenzia delle Entrate sulle dichiarazioni dei redditi e Iva in corso al 16 ottobrte scorso (quindi non varrebbe per i nuovi accertamenti) potranno essere versate senza sanzioni in un’unica soluzione entro maggio 2018 o in sei rate di cui l’ultima a marzo 2019.

Su questo punto, però, Governo e relatore hanno preso una pausa di riflessione almeno fino a lunedì quando l’emendamento sarà messo al voto. Voto che, invece, si è svolto ieri e ha visto protagonisti soprattutto la riapertura della rottamazione e le modifiche allo spesometro (si veda l’articolo in basso).

Il via libera della Bilancio all’emendamento presentato dal capogruppo Pd in commissione, Giorgio Santini, consente di “riaprire” la definizione agevolata anche ai carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2016 naturalmente per chi non ha aderito alla prima definizione agevolata. Ma non solo, perché si concede una settimana in più a chi volesse risalire sul treno della rottamazione dopo non aver versato le prime due rate in scadenza il 31 luglio e il 2 ottobre scorso. Il termine per sanare omessi o carenti pagamenti slitterà in avanti, infatti, dal 30 novembre al 7 dicembre. E ancora, cambia il calendario per i cosiddetti “ripescati”, ossia i contribuenti che si sono visti respingere l’istanza di adesione perché non in regola con i piani di dilazione al 31 dicembre dello scorso anno. Anche per questi ultimi - così come per chi aderirà ex novo - il termine per presentare la domanda scadrà il 15 maggio 2018. Dopo di che dovranno saldare le rate non pagate dei piani di ammortamento del debito entro il 31 luglio. Poi per la rottamazione vera e propria che, ricordiamo, per le contestazioni tributarie consente lo sconto di sanzioni e interessi di mora, dovranno pagare l’importo dovuto al massimo in due tranche (le prime due a ottobre e novembre 2018 e la terza entro febbraio 2019).

Resta, invece, di cinque il numero massimo di scadenze per chi presenterà una nuova domanda di adesione alla definizione agevolata. Alla luce dell’emendamento approvato, quindi la rottamazione riguarderà tutti i carichi (cioé gli importi contestati dagli enti impositori) affidati alla riscossione dal 2000 e fino al 30 settembre 2017, infatti l’allargamento al passato si va ad aggiungere alla finestra già aperta dal testo originario del decreto per i primi nove mesi dell’anno in corso.

Ma la rottamazione non si ferma alle cartelle esattoriali. Anche gli enti territoriali (regioni, province, città metropolitane e comuni) che riscuotono attraverso l’ingiunzione potranno decidere di aderire entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto fiscale. Ingiunzioni che devono essere state notificate entro il 16 ottobre scorso. L’operazione consente ai contribuenti interessati di versare senza sanzioni le contestazioni relative a entrate tributarie come ad esempio, Imu, Tasi, Tari, ma anche non tributarie. Si dovrà comunque chiarire l’effetto che il correttivo già approvato avrà sulle violazioni al codice della strada notificate sempre con ingiunzione di pagamento: rottamando la sanzione, infatti, si cancella la “multa” e resterebbero dovuti gli interessi.

Sempre in tema di riscossione locale, tra gli emendamenti approvati, ci sono anche quelli identici presentati dalle varie forze parlamentari che puntano a evitare affidamenti da parte dei Comuni dell’attività di accertamento e recupero delle entrate a soggetti non abilitati. Attività che, alla luce del correttivo, dovranno essere obbligatoriamente affidati a enti o società iscritti all’albo pubblico dei riscossori.

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