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Pensioni, verso riscatto laurea «light» fino a 50 anni

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Servizio |IL DECRETO SU QUOTA 100 E REDDITO

Pensioni, verso riscatto laurea «light» fino a 50 anni

Il convoglio del decretone su pensioni e reddito di cittadinanza è già sul binario del Senato. Oggi comincerà formalmente la sua corsa parlamentare in commissione Lavoro. E la presidente Nunzia Catalfo (M5S) sarà anche la relatrice del provvedimento. Il viaggio non sarà privo di insidie anche perché si svilupperà in parallelo con la fase attuativa del Dl. Sul fronte pensioni la macchina dell’Inps si è già messa in moto. Ieri l’Istituto ha comunicato che potevano essere compilate e inviate le domande per «quota 100»: alle ore 19 ne risultavano presentate 800. Sempre l’Inps ha dato il via all’operazione “proroga Ape social” prevista dal decreto. Il tutto mentre in Parlamento si affinavano le strategie per correggere il testo. Due le modifiche in rampa di lancio: l’innalzamento del tetto anagrafico per il riscatto agevolato della laurea dagli attuali 45 anni a 50 anni e l’aumento da 30mila a 40-45mila euro del limite massimo per l’anticipo delle liquidazioni (Tfs) degli statali con prestito bancario.

Ma il pressing dei parlamentari potrebbe aprire la strada anche a qualche altra novità come una proroga più lunga per Ape social e Opzione donna. In quest’ultimo caso il prolungamento oltre il 2019 della possibilità per le lavoratrici in possesso di almeno 35 anni di contribuzione di andare in pensione a 58 anni (59 se “autonome”) è già nei piani del Governo. A confermarlo è stato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega): «Su Opzione donna c’è una volontà politica di prorogarla nei prossimi anni».

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Il Carroccio spinge anche per far salire la soglia dell’anticipo del Tfs dei dipendenti pubblici. «Spero in sede di conversione si possano aumentare i 30mila euro», ha detto ieri il sottosegretario all’Economia, Massimo Garavaglia, nel corso della conferenza stampa organizzata dalla Lega per “festeggiare” la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decretone. «Quota 41 è il prossimo obiettivo: questa è solo la prima di cinque manovre che puntano tutto sugli italiani. Abbiamo messo un primo mattone sulla Fornero», ha sottolineato il vicepremier Matteo Salvini. A parlare di svolta storica per la Pa con «quota 100» è stata poi la ministra Giulia Bongiorno.

Ma i sindacati non la pensano allo stesso modo. «Noi non siamo mai stati contrari al fatto che qualcuno potesse andare in pensione. Ma questa è una quota 100 fino a mezzogiorno, devi avere 62 anni e 38 di contributi, ma se ne hai 60 e 40 di contributi non puoi andare», sostiene il leader della Cgil, Maurizio Landini. E anche per Domenico Proietti (Uil) sulle pensioni il decreto «risponde ad una parte delle attese dei lavoratori, mentre lascia senza risposte questioni rilevanti del sistema previdenziale».

Tornando ai possibili correttivi, la Lega non sarebbe neppure contraria ad estendere la platea del riscatto agevolato della laurea, ora limitato agli under 45, facendo lievitare il limite anagrafico a 50 anni. E una spinta in questa direzione potrebbe arrivare anche da altri gruppi parlamentari. Molto dipenderà dalle risorse realmente utilizzabili per le modifiche, anche se la dote ampia del decreto dovrebbe consentire di gestire in qualche modo la partita sui ritocchi al Senato.

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