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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2013 alle ore 08:01.

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Strana storia quella di Ernests Gulbis. Era il 2008 quando il tennis mondiale si accorse di lui e subito gli venne appiccicata l'etichetta di predestinato. Non poteva essere altrimenti, dato che l'allora 20enne lettone lasciò subito intravedere un talento smisurato. Geniale e imprevedibile, raggiunse i quarti al Roland Garros, dove perse in 3 set tirati da Djokovic. Un mese più tardi, fece dannare Nadal sui campi di Wimbledon, strappandogli il primo set, e fu l'unico a riuscire nell'impresa quell'anno, a parte Federer che ne vinse due prima di arrendersi in una finale leggendaria.

L'inizio di una grande carriera, pensarono in molti. Invece lui tornò a casa sua, a Riga, dove in compagnia di alcuni amici trascorse «la settimana più bella della sua vita». A posteriori dirà: « Non ha fatto bene al mio tennis, ma mi sono divertito un sacco». La sincerità non è certo una dote che difetta al nostro Gulbis. Poi, due anni di blackout quasi totale. Fino alla primavera del 2010 quando, proprio a Roma, eliminò Roger Federer e si arrampicò fino alle semifinali, dove si trovò ad affrontare ancora Nadal. Già, perché se c'è una costante nella carriera del lettone è quella di incontrare sempre il maiorchino nei momenti più importanti della sua storia tennistica. E con Rafa, Gulbis perderà sei volte consecutive ma mai senza dare battaglia, tanto che, ancora pochi mesi fa, a Indian Wells, l'iberico la spuntò solo per 7/5 al terzo.

Non a caso, quest'anno a Roma, Ernests, arrivato dalle qualificazioni, ritrova proprio il mancino di Manacor. Lui, ormai, a 24 anni, è un ex-predestinato, un genio con troppa sregolatezza che si è trasformato in una promessa mancata. L'incontro con Rafa si direbbe una missione impossibile. In effetti, sul campo sembra davvero un match proibitivo… ma per Nadal!

Sotto per 5/0, lo spagnolo deve fare uno sforzo titanico per racimolare un game ed evitare il cappotto. L'iberico non è certo al massimo della forma ma Gulbis è semplicemente perfetto. Un mostro che macina un vincente dopo l'altro, servendo la prima sistematicamente sopra i 210 chilometri orari e tirando pallate come stesse giocando a ping pong. E corre anche come un treno, arriva in anticipo su ogni palla, fino a schiacciare Nadal come fosse lui il terribile matador della terra rossa e il maiorchino una comparsa qualunque. Solo che Rafa non è un comprimario qualsiasi e lo dimostrerà, vincendo il match più spettacolare di tutto il torneo, almeno fino ad ora. Per venirne a capo deve soffrire come non mai, tirare fuori tutta la sua pazienza, la sua tenacia, il suo carattere. Perché la spinta propulsiva del terribile rivale non si spegne dopo i fuochi d'artificio del primo set ed Ernests tiene botta fino all'ultimo quindici.

Soltanto la capacità di Nadal di giocare alla perfezione i punti decisivi farà pendere, alla fine, la bilancia dalla sua parte. In fondo, Gulbis ha giocato "meglio", ha fatto 3 punti in più, ha totalizzato più vincenti, ha vinto la gara degli ace per 15 a 0, ha trasformato una percentuale più alta di break-point, ha risposto in modo più incisivo alla prima palla del rivale. E, però, ha vinto Nadal con il punteggio di 1/6, 7/5, 6/4. Questo perché i fuoriclasse la spuntano anche nelle giornate storte. E soprattutto perché, nel tennis, i punti non hanno tutti lo stesso valore e Rafa, di solito, si prende quelli più importanti.

A chi chiede a Gulbis, miliardario che ama godersi la vita piuttosto che sottoporsi a estenuanti sessioni di allenamento, che cosa ha fatto negli ultimi tre anni, lui sorride e risponde: « È stata una lunga vacanza…». Che le ferie siano davvero finite? Difficile credergli, visti i trascorsi. Se così fosse sarebbero guai per chiunque, da domani, dovesse trovarsi di fronte questo straordinario talento, fino ad oggi sprecato.

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Dal tabellone femminile, intanto, arriva la notizia più attesa per gli appassionati italiani. Sara Errani approda, per la prima volta in carriera, ai quarti del torneo romano. A spianarle definitivamente la strada, il ritiro dell'affascinante Maria Kirilenko, dopo che l'azzurra aveva già vinto il primo set per 6/3. Oggi la attende un match difficilissimo contro una Sharapova in forma strepitosa che si è mangiata in un sol boccone Sloane Stephens (6/2, 6/1 il punteggio). Il pronostico è tutto dalla parte di Masha ma noi non perdiamo le speranze, ben conoscendo le doti di Sarita, soprattutto sul rosso. Esce, invece, di scena Roberta Vinci che ha perso in due set con la romena Halep, arrivata fin qui, meritatamente, dalle qualificazioni.

Per il resto, la giornata ha visto il ciclone Williams abbattersi sulla Cibulkova, alla quale ha lasciato un solo game, e le affermazioni di Jankovic, Azarenka e Stosur.

Il tabellone maschile perde la testa di serie Del Potro, sconfitto a sorpresa dal talentuoso Paire. Si qualificano, invece, per i quarti Berdych, Ferrer, Djokovic, Janowicz e uno strepitoso Federer, che ha rifilato un secco 6/1, 6/2 a Simon e già sembra intravedere la finale.

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