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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2013 alle ore 08:20.

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Nella foto gli ultimi prepartivi per il comizio del candidato a sindaco di Roma per il Pd Ignazio Marino a Piazza San Giovanni (Ansa)Nella foto gli ultimi prepartivi per il comizio del candidato a sindaco di Roma per il Pd Ignazio Marino a Piazza San Giovanni (Ansa)

Campagna elettorale sottotono, assenza in lista di nomi di richiamo, soprattutto a sinistra, e poche polemiche ad effetto anche per la mancanza di idee forti per il futuro della città. Ieri sera, un gran finale che grande non è stato, un po' per tutti candidati in lizza: piazze semivuote, comizi poco partecipati, complice anche l'ennesimo sciopero dei trasporti. Sono questi gli ingredienti che prefigurano il successo del partito delle astensioni per il voto di domani e lunedì a Roma, dove le urne saranno aperte per la scelta del nuovo sindaco della Capitale.

Inutile, nel clima di antipolitica permanente che non risparmia Roma, la presenza dei big agli appuntamenti di chiusura della campagna elettorale. Ieri sera, a poche ore dal voto per la conquista del Campidoglio si sono confrontati quasi in contemporanea Silvio Berlusconi al Colosseo a sostegno di Gianni Alemanno (a caccia della riconferma), Guglielmo Epifani a fianco del candidato Pd Ignazio Marino in piazza S. Giovanni, e Beppe Grillo a piazza del Popolo per il grillino Marcello De Vito. L'indipendente Alfio Marchini ha invece chiuso da solo al Parco Schuster giocando al carta del concerto gratuito di Antonello Venditti. Ma nelle piazze la folla delle grandi occasioni non si è vista: non più di qualche migliaio di persone a tutti i comizi.

Il Cavaliere, nel suo ultimo appello per il sindaco uscente, ha puntato sull'esperienza del candidato: «Votate Alemanno, è il sindaco migliore. Gianni conosce la macchina, sa come intervenire e dove e guarda alla Roma del futuro. Marino invece non conosce la città. Davanti alla Basilica del Laterano il leader del Pd Epifani sembrava soddisfatto per aver rimesso la bandiera della sinistra su una piazza che ultimamente ha ospitato il polo dei grillini, anche se il tutto esaurito non c'è stato. «Poi contiamo i voti...», ha risposto ai giornalisti. Il segretario del Pd si è comunque detto «fiducioso» sul risultato del voto nella Capitale. Quanto alla valenza a livello nazionale di queste amministrative, i dati «andranno letti molto bene, Comune per Comune».

A piazza del Popolo, Grillo ha rivendicato la forte affluenza dei grillini: «Ho visto le piazze degli altri. Dicono che c'era poca gente per lo sciopero dei mezzi. Sì, é allora voi qui siete venuti col teletrasporto...». «Manderemo tutti a casa – la promessa del candidato sindaco M5S, De Vito - ce la possiamo fare. Loro si definiscono professionisti della politica, ma professionisti di che? Noi siamo fieri di non esserlo. Non lasceremo nessuno indietro». Alfio Marchini, dal palco montato sotto la basilica di San Paolo, ha invece esortato a votare Alemanno «se volete un sindaco che ha infangato il nome di Roma, se volete che i prossimi cinque anni siano come gli ultimi cinque»; a votare Marino, «se voi volete un signore di Genova che ci dice che la soluzione dei problemi di Roma é l'assessorato allo stile di vita», o De Vito, «che recita una parte, scritta da Casaleggio e Grillo, e parla di decrescita felice». «Gli ho detto - ha concluso Marchini - De Vito, io sono anni che vedo la decrescita e gente felice non ne vedo».

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