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Scajola ai domiciliari, Chiara Rizzo in carcere. A Nevis, nei…

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si allarga l'inchiesta

Scajola ai domiciliari, Chiara Rizzo in carcere. A Nevis, nei Caraibi, il paradiso fiscale di lady Matacena

Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria ha concesso gli arresti domiciliari all'ex ministro Claudio Scajola accogliendo in parte il ricorso dei suoi legali. Scajola sarà trasferito nelle prossime ore nella sua casa di Imperia. Resta invece in carcere Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena. Il Tribunale della libertà ha infatti rigettato il ricorso presentato dagli avvocati.

In merito alla negazione degli arresti domiciliari per Chiara Rizzo, gli avvocati Carlo Biondi e Bonaventura Candido hanno dichiarato che «si tratta di una decisione che ci lascia sconcertati e addolorati per la reiezione della nostra istanza e dei chiarimenti forniti dalla nostra assistita. La motivazione della decisione ci è ancora ignota ma, se essa fosse dipesa dalla accettazione delle tesi del Pm che ha, in fase di udienza, mutato l'originale imputazione, allora la decisione del Riesame apparirebbe ancora più gravatoria rispetto anche alle decisioni assunte nei confronti di altri indagati. È a chiunque evidente come, inspiegabilmente, nell'ambito dello stesso procedimento, siano stati adottati due pesi e due misure, essendo del tutto ingiustificato e difficilmente accettabile che alla signora Chiara Rizzo sia stata applicata la misura più gravemente afflittiva. In ogni caso ricorreremo alla Corte Suprema di Cassazione non appena saranno depositate le motivazioni».

Intanto, nuovi importanti sviluppi emergono dagli interrogatori.

Il 6 giugno 2014, alle ore 15.29, il sostituto procuratore distrettuale della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, si siede di fronte a Maria Grazia Fiordelisi, nella nuova sede della Direzione investigativa antimafia di Genova, per interrogarla.

Fiordelisi, cinquantaduenne di Lauria (Potenza) ma residente a Sanremo, è la segretaria di Amadeo Matacena, l’armatore reggino ed ex parlamentare di Forza Italia, latitante a Dubai dopo una condanna definitiva di cinque anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.

Nella cantina sanremese della segretaria che, di fatto, come lei stesso dichiarerà agli inquirenti, svolge la sua attività lavorativa dal 2007 nel Principato di Monaco, dove i coniugi Matacena (in via di separazione) risiedono, si favoleggia di migliaia di carte e faldoni che conterrebbero chissà quali segreti.

E così, mentre la Direzione investigativa antimafia e la Guardia di finanza di Reggio Calabria spulciano tra quei documenti, Lombardo interroga Fiordelisi, assunta, come lei stessa dichiara, grazie ad un curriculum inviato ai coniugi da Cofimo, uno studio legale e commerciale del Principato di Monaco. Cofimo, secondo il racconto di Fiordelisi, si occupava, unitamente a Dixcart con sede a Madeira ed Sg Group con sede in Lussemburgo, della gestione fiscale, commerciale e contabile delle società del gruppo Rizzo. Il rapporto con Dixcart ed Sg è stato mantenuto anche dopo l’interruzione di quello con Cofimo, avvenuta alla fine del 2011.

Fiordelisi si occupava della Amju international Tanker Ltd e della Atoschia international Tanker Ltd, che avevano come patrimonio aziendale le motonavi “Lady Chiara” e la Sir Athos.

Il ruolo di Chiara Rizzo
Secondo quanto dichiarato da Fiordelisi, Rizzo, per la quale il Tribunale di Reggio Calabria ha appena respinto la richiesta di scarcerazione, aveva un ruolo attivo e consapevole nell’amministrazione di tutte le compagini societarie del gruppo Matacena, visto che era lei, unitamente al marito, a dare alla segretaria tuttofare le disposizioni che era chiamata ad eseguire.

Mentre continua a raccontare di società, incroci e liquidazioni societari, fiduciarie italiane ed estere, ad un certo punto, di propria iniziativa, Fiordelisi intende precisare un punto toccato dal pm Lombardo. La segretaria tuttofare vuole puntualizzare che, a suo parere, la società Scorpio Technologies Inc è la reale capogruppo della galassia imprenditoriale che fa capo a lady Matacena.

E dove ha sede Scorpio Technologies? Nell’isola di Nevis, una delle isole che compongono, insieme a St Kitss, lo Stato caraibico del centro America. Per la propria fiscalità viene considerata un paradiso fiscale, ma dati alla mano, si legge nel sito di una delle più quotate società di pianificazione fiscale internazionale, è molto di più. Famosa per il registro nautico, che conta migliaia di iscrizioni annuali, Nevis è un paradiso fiscale dalla bassa imposizione che offre un regime a zero tasse per i guadagni esteri, che tutela, in modo molto accentuato, la privacy di ciascun abitante ed investitore.

Nell’Isola di Nevis opera lo studio di consulenza Carabean Trust management individuato da Fiordelisi con una semplice navigazione su internet, che si occupava delle vicende contabili della Scorpio che ad un certo punto viene, secondo Fiordelisi,  amministrata direttamente da Chiara Rizzo.

Il lavoro della Dia
L’Isola di Nevis e altri paradisi fiscali affiorano copiosamente nella prima relazione stesa dalla Dia di Reggio Calabria (all’epoca guidata da Gianfranco Ardizzone, oggi da Gaetano Scillia), effettuata dopo il sequestro della documentazione presso l’abitazione e il box auto di Fiordelisi. Nella relazione il capo centro Ardizzone scrive che «è possibile affermare che i coniugi Matacena-Rizzo detengono il controllo in via diretta e/o mediata, di una vasta galassia societaria, organizzata secondo lo schema tipico delle “scatole cinesi”». In particolare, la congerie di documentazione classificata e descritta nel verbale di operazioni compiute, rivela come Amedeo Matacena e Chiara Rizzo pur non rivestendo, in molti casi, alcuna carica societaria formale, de facto abbiano orientato le scelte strategico-gestionali del gruppo di imprese, esercitando una influenza dominante sulla conduzione delle stesse. D’altro canto, gli oltre 100 faldoni e l’altro copioso carteggio di natura finanziaria, contabile, bilancistica, tecnica (riferita soprattutto alle motonavi ed ai progetti inerenti le energie rinnovabili) e societaria, reperito presso la dimora privata della Fiordelisi, costituisce un elemento di prova incontrovertibile sul fatto che il vero cuore decisionale e operativo del network di imprese legate ai Matacena-Rizzo fosse l’Italia, e che il reale centro amministrativo e gestionale del gruppo non coincidesse affatto con le sedi legali nominalmente dichiarate.

Insomma la direzione, il governo e la gestione delle società non veniva esercitato concretamente nei luoghi istituzionali, né tantomeno dagli amministratori ufficialmente preposti, che per lo più si limitavano a ratificare decisioni ed attuare ordini, disposizioni e sollecitazioni promananti dai veri dominus dei compendi societari, ovvero Amedeo Matacena e Chiara Rizzo.

A tal proposito, uno degli aspetti di maggior interesse investigativo emergente, riguarda la natura “estero vestita” della maggior parte delle società legate al duo Matacena-Rizzo».

Il faldone 83
Nel faldone 83 gli uomini della Dia trovano una lettera a firma di Chiara Rizzo, spedita il 21 febbraio 2012, diretta alla Cofimo di Monaco e alla New Madeira Investment Servicos s.a. con la quale si impartiscono le seguenti direttive: «…faccio seguito alla vs citata in oggetto ed alla chiusura del rapporto professionale per informarvi che il pagamento di euro 8.662,50, come a voi noto, è stato eseguito e conseguentemente per istruirvi di trasferire tutti gli atti relativi alla Morning Breeze Sgps Lda (Madeira), attualmente gestita dalla Dixcart Management Lda, anch’essa con sede a Madeira, alla spettabile New Madeira Investment Servicos s.a. Alla stessa vorrete trasferire anche i documenti della Scorpio Technolgies Inc. (Nevis)».

Rizzo nega qualunque schermatura societaria e dunque la partita a scacchi con la Procura continua.

r.galullo@ilsole24ore.com

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