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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2014 alle ore 18:40.
Rio de Janeiro - Sognavamo il Maracanà, siamo tornati a casa tra fischi, polemiche e stracci in faccia. Storia nota, quella della nostra spedizione pallonara interra di Brasile. Ma c'è un'Italia che sta lavorando duro, all'ombra del flop per football nostrano, per provare a prendersi la rivincita, e magari riuscire davvero a colorarlo d'azzurro il cielo di Rio de Janeiro, giusto giusto fra un paio d'anni, quando fra il Pan di zucchero e il Corcovado si svolgeranno i Giochi Olimpici.
«Sono già diverse le federazioni sportive italiane che sono venute qui in avanscoperta in vista dei Giochi – sottolinea Mario Panaro, il Console italiano a Rio, mentre illustra lo splendido panorama che dalla terrazza del consolato domina la città -: nuoto, lotta e atletica hanno già sondato il terreno, e altre stanno venendo arriveranno. I lavori in ritardo? Ad oggi è stato realizzato il 20% di quanto previsto, mentre a Barcellona '92, a due anni dall'evento, era stato fatto il 40%, a Londra 2012 il 60%. Ma la città, come vede, è un cantiere a cielo aperto, e l'obiettivo era quello di essere abbastanza pronti per i Mondiali di calcio e pronti a tutti gli effetti per i Giochi…».
Lavori in corso anche per lo sport azzurro, come dicevamo. E tra i vari progetti in campo, la Federatletica ha messo a punto un programma che coinvolge sia Rio che San Paolo, centro più importante per la numerosa comunità italo-brasiliana. «Coloriamo d'azzurro il cielo di Rio», il nome del progetto varato nel 2013 su idea del presidente federale Alfio Giomi, e coordinato dall'avvocato vicentino Christian Zovico. «San Paolo sarà una tappa di riferimento decisiva per l'avvicinamento dei nostri atleti ai Giochi di Rio2016 – spiega Giomi – e qui, presso le strutture del centro sportivo dell'Università paulista svolgeranno una sorta di pre-ritiro olimpico, prima di trasferirsi a Rio».
Stage di formazione si sono già svolti, sotto la supervisione di Stefano Baldini, l'oro olimpico della maratona di Atene 2004 e ora direttore tecnico giovanile della nazionale, che ha accompagnato in Brasile alcuni "azzurrini" d'interesse olimpico. «Qui ci sono le condizioni ideali per lavorare al meglio – ci dice Baldini – e queste tappe d'avvicinamento all'appuntamento olimpico sono fondamentali per mettere a punto al meglio logistica, tempie luoghi d'allenamento, acclimatamento, alimentazione. Il clima? Non credo avremo problemi, gareggeremo circa più di un mese dopo (dal 5 al 21 agosto 2016, ndr) di quanto sta avvenendo peri Mondiali…».
Per Baldini, inoltre, il progetto federale è anche l'occasione per tornare in un Paese cui è molto legato: «Come non potrei esserlo? Proprio il brasiliano Lima fu co-protagonista del mio successo ad Atene,quando ormai sfinito a pochi chilometri dal traguardo,venne ostacolato da un tifoso vestito con un kilt scozzese,che lo costrinse a fermarsi per qualche istante. Lo avrei superato comunque, e lui alla fine fu comunque bronzo. Oggi anche lui è un tecnico federale, e ogni volta che c'incrociamo ricordiamo quanto accadde quel giorno».
Ricordi, ma anche un impegno "semi-agonistico" in vista per Baldini in terra brasiliana,perché il progetto della Federatletica prevede anche per il 10 agosto prossimo, sempre a Rio, una "Corri Italia Brasile", gara podistica agonistica e non di 10 chilometri, organizzata dal Coni italiano e brasiliano e che vedrà proprio Baldini tra i protagonisti. Insomma, la lunga rincorsa all'Olimpiade carioca è già iniziata. Sperando che nel cielo di Rio2016 sventoli (spesso) il nostro tricolore.
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