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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2014 alle ore 10:53.
L'ultima modifica è del 02 luglio 2014 alle ore 18:55.

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GERUSALEMME - Il rapimento e l'assassinio dei tre adolescenti israeliani che vivevano negli insediamenti ebraici in Cisgiordania sta innescando violenze fra israeliani e palestinesi e mette a rischio la fragile tregua di questo ultimi periodo. Incidenti tra polizia e dimostranti palestinesi sono in corso a Beit Hanina e Shufat a Gerusalemme est dopo il ritrovamento del corpo di un giovane palestinese - Mohammed Abu Khdeir di 17 anni - che sarebbe stato rapito e poi ucciso. Un evento per il quale la polizia non esclude nessuna pista, compresa quella della vendetta per la morte dei tre ragazzi israeliani. Negli scontri - riportano i media israeliani - ci sarebbero attualmente tre feriti tra i manifestanti.

Il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto a Israele di condannare il rapimento e l'uccisione del giovane palestinese a Gerusalemme in un comunicato della presidenza palestinese. La richiesta di Abu Mazen ricalca quella avanzata dal premier israeliano Benyamin Netanyahu durante il rapimento dei tre ragazzi israeliani. E Netanyahu condanna: «Un crimine spregevole». Così il premier israeliano citato dai media, ha definito il rapimento e l'uccisione di un ragazzo palestinese a Gerusalemme in quello che è ritenuto un possibile gesto di rappresaglia per la morte dei tre ragazzi israeliani.

Hamas, il gruppo radicale islamico che controlla la striscia di Gaza, ha avvertito Israele che pagherà per la morte di un giovane palestinese, rapito mercoledì notte a Gerusalemme Est, in una sospetta ritorsione per l'assassinio di tre giovani coloni. «Pagherete il prezzo per questi crimini», ha minacciato il movimento islamista, mandando un «messaggio all'entità sionista e ai suoi leader, che hanno la responsabilità diretta (per l'assassinio), il nostro popolo non lascerà passare questo crimine, né tutte le uccisioni e distruzioni da parte dei coloni».

Nella notte sempre a Gerusalemme quattro adolescenti israeliani sono stati arrestati per aver aggredito due palestinesi nel centro della Città Santa, dopo i funerali dei tre ragazzi in Cisgiordania. Un giovane israeliano con il volto coperto è stato bloccato dagli agenti mentre cercava di aggredire un dipendente di un fast food americano nell'area pedonale di Gerusalemme. Altri tre ragazzini israeliani sono stati arrestati durante un tentativo di aggressione al dipendente palestinese di un negozio.

Secondo l'edizione digitale del quotidiano israeliano Yediot Aharonot via Jaffa, la principale arteria commerciale di Gerusalemme, manifestanti ebrei hanno cercato di entrare nel mercato di Menahe Yehuda gridando «a morte gli arabi» ma sono stati bloccati dalla polizia.

La famiglia di Naftali Fraenkel, uno dei tre ragazzi israeliani rapiti e uccisi in Cisgiordania, ha condannato con con forza l'uccisione dell'adolescente palestinese. Uccisione che potrebbe essere un atto di vendetta per la morte dei tre giovani israeliani. «Se il ragazzo arabo è stato assassinato per motivi nazionalistici, allora si tratta di un atto orribile. Non vi è differenza fra sangue (arabo) e sangue (ebreo). Un omicidio è un omicidio. Non vi può essere perdono o giustificazione per l'omicidio», ha dichiarato Yisahi Frenkel, zio di Naftali, citato dal sito Ynetnews.

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