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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2014 alle ore 14:46.
L'ultima modifica è del 04 luglio 2014 alle ore 18:52.

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Marco Milanese, in passato consulente dell'ex ministro Tremonti e già coinvolto in altre vicende giudiziarie, è stato arrestato per corruzione dalla Guardia di Finanza nell'inchiesta Mose. L'ex parlamentare risultava già indagato. L'ordinanza di arresto di Marco Milanese dovrà essere rinnovata entro 20 giorni da un Gip del tribunale di Milano, su richiesta della procura di Milano, per mantenere la sua validità. Questo è necessario perchè il Gip del tribunale di Venezia Alberto Scaramuzza, quest'oggi nel firmare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'ex parlamentare del Pdl si è dichiarato incompetente territorialmente in favore del tribunale di Milano. L'urgenza di effettare l'arresto è stata dettata, spiegano fonti accreditate, dalla possibile reiterazione del reato. Nessun pericolo di fuga o occultamento delle prove, ma il solo fatto che Milanese avrebbe potuto «reiterare il reato ai danni della pubblica amministrazione».

Sequestro preventivo di 500mila euro
Il Gip ha accolto, con un'ordinanza di oggi, la richiesta avanzata lo scorso 10 giugno dalla Procura di Venezia. Come spiega un comunicato stampa, il Gip ha emesso a carico di Milanese anche un decreto di sequestro preventivo di 500mila euro, come «prezzo del reato, consegnato a Milanese tra l'aprile e il giugno del 2010 in virtù del ruolo di consigliere politico dell'onorevole Giulio Tremonti, all'epoca ministro dell'Economia, al fine di far ottenere al Consorzio Venezia Nuova finanziamenti inizialmente esclusi dalle delibere del Cipe dell'anno 2010», spiega la nota della procura firmata da Carlo Nordio.

Secondo l'accusa il consorzio avrebbe pagato l'ex parlamentare
Gli episodi di corruzione contestati a Milanese, infatti, avrebbero avuto come epicentro il capoluogo lombardo. Secondo l'accusa, il Consorzio avrebbe pagato Milanese attraverso Roberto Meneguzzo, patron della vicentina Palladio finanziaria. La dazione sarebbe avvenuta a Milano e per questo gli atti relativi a Meneguzzo sono stati trasferiti dal Tribunale del riesame di Venezia in Lombardia per competenza territoriale.

Bufera sul Mose: il mese scorso 35 arresti e un centinaio di indagati
Prosegue, dunque, la bufera giudiziaria che ha investito il Mose, la maxiopera che proteggerà Venezia dall'acqua alta. Un mese fa era scoppiato ilc aso Mose che, fra carcere e domiciliari, aveva portato all'arresto di 35 persone e a un centinaio di indagati nell'inchiesta su presunte tangenti e false fatture legate agli appalti. Tra gli arrestati il sindaco Orsoni, l'assessore regionale Chisso, l'ad di Palladio Finanziaria, Meneguzzo. Fra gli indagati c'era anche Milanese.

Si studia il commissariamento del Consorzio Venezia Nuova
Intanto per il consorzio Venezia Nuova il governo studia l'ipotesi del commissariamento, con un passaggio graduale alle regole della legge ordinaria (o al massimo di una legge speciale), abbandonando così la legge Obiettivo.


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