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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 12:25.
L'ultima modifica è del 06 giugno 2014 alle ore 12:30.

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Dopo lo scandalo,la Corte dei Conti ha istituito una Commissione di indagine sul caso Mose «per l'accertamento di tutte le procedure di controllo effettuate negli anni in merito all'opera, la verifica degli atti e delle relative risultanze». Sarà presieduta dal presidente di sezione Adolfo De Girolamo e dovrà redigere un primo rapporto entro 15 giorni. In una nota il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri ha messo in evidenza la necessità di punire con severità i magistrati corrotti: «Eventuali casi individuali di corruzione o comportamenti illeciti da parte di magistrati della Corte - ha scritto -, di per sé gravissimi e lesivi dell'onorabilità dell'istituzione, vanno individuati e puniti con la massima sollecitudine e severità».

Scandalo Mose, Cantone: non ha senso che me ne occupi
«Credo non abbia alcun senso. Non é che ogni emergenza necessita di un commissario. Sull'Expo può avere un senso perché ci sono termini stretti, sul Mose i temi sono già da tempo superati». Con queste parole il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha escluso in un intervento a Radio 24 l'eventualità di potersi occupare dell'inchiesta sullo scandalo Mose.

Panucci (Confindustria): contraria a commissariamento Mose
L'ipotesi di commissariamento per realtà come l'Expo o il Mose, travolte dagli scandali giudiziari, non convince il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci: «Sono contraria al commissariamento delle imprese, in passato ha aggravato le situazioni», ha detto. Panucci ha ricordato che «gran parte dei casi di commissariamento è avvenuto con misure cautelari, senza dunque sentenze della magistratura». Qualora, ha proseguito, «ci fosse un problema di management, si lasci ai soci la possibilità di cambiare i manager».

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