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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 16:40.
L'ultima modifica è del 09 luglio 2014 alle ore 08:26.
È ufficiale: il governo di Tel Aviv richiama in servizio 40mila riservisti
Nel frattempo, il Consiglio di difesa del governo israeliano ha autorizzato il richiamo di 40 mila riservisti, per una sempre più probabile offensiva di terra nella Striscia di Gaza. La notizia, inizialmente diffusa da siti di informazione, è stata poi confermata dai vertici di Tsahal, le Forze di Difesa israeliane: «Sulla base di una direttiva del capo di stato maggiore interforze», generale Benny Gantz, «e in seguito all'approvazione del governo, è stata ampliata la chiamata della riserva», recita un comunicato diffuso via Twitter. «La ratifica è attualmente limitata a quarantamila unità». Il portavoce militare in testa, generale Moti Almoz, poco prima aveva riferito alla radio dell'Esercito come «l'autorità politica ci abbia dato ordine di colpire duro Hamas».
Le forze armate israeliane: nei raid aerei colpiti 146 obiettivi
In serata, le forze armate israeliane hanno diramato un comuncato facendo il punto della situazione: l'aviazione della stella a sei punte ha colpito, dall'inizio delle operazioni aeree, 146 obiettivi, 98 dei quali riguardano stazioni di lancio di missili. In totale, lo scudo di difesa Iron Dome ha intercettato 23 missili. Nel frattempo, il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon ha dichiarato che Israele non fermerà l'operazione «Protective edge» finché «i razzi lanciati contro lo Stato ebraico non saranno pari a zero».
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