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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 11:37.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2014 alle ore 21:57.

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Nuovi passi avanti in commissione a palazzo Madama per la riforma del Senato, attesa mercoledì in Aula, anche se si profila uno slittamento per dar modo a Pd a Fi di scogliere alcuni nodi (tra cui il Senato non elettivo) e tentare di "recuperare" almen alcuni dei frondisti contrari al ddl Boschi. Tra gli ultimi emendamenti dei relatori approvati, il nuovo Titolo V Costituzione, con aumento delle competenze delle Regioni e la possibilità che il capo dello Stato rinvii alla Camera leggi e decreti prima della promulgazione anche soltanto per modifiche riguardanti parti specifiche. In questo caso è prevista una proroga di 30 giorni per i decreti. Una norma, commenta via twitter il senatore Francesco Russo (Pd) «per evitare i decreti legge omnibus». Intanto il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi mostra sicurezza: «Non siamo preoccupati sui numeri in Aula».

Riforme: approvato nuovo Titolo V Costituzione
La Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato in serata un emendamento dei relatori che riscrive gli articoli 117 e 119 della Costituzione, che definiscono le competenze legislative di Stato e Regioni. Rispetto al ddl del governo l'emendamento aumenta le competenze delle Regioni.

Abolita la legislazione concorrente tra Stato e Regioni
L'articolo 117 della Costituzione riguarda la potesta legislativa delle regioni. La modifica introdotta sopprime totalmente la legislazione concorrente tra stato e regioni e lascia, tra l'altro, a queste ultime il potere di legiferare su «pianificazione del territorio regionale, mobilità al suo interno, dotazione infrastrutturale, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito dei servizi alle imprese e in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto allo studio, anche universitario». Spetta invece allo Stato la competenza sul coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Su proposta dei relatori inoltre spetteranno allo Stato, oltre la competenza sui mercati finanziari anche quella sui mercati assicurativi. Fra le altre materie resteranno inoltre alla competenza esclusiva dello Stato la produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell'energia e le infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e navigazione d'interesse nazionale e porti e aeroporti di interesse nazionale e internazionale (come previsto anche dal testo del Governo).

Ok a clausola salvaguardia interesse nazionale
L'emendamento dei relatori restringe l'ambito di applicabilità di questa clausola, rispetto al testo originale del ddl del governo. «Su proposta del governo - si legge nell'emendamento - la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale». Il ddl del governo prevedeva che tale potere potesse applicarsi anche laddove «lo renda necessario la realizzazione di programmi di riforme economico-sociali di interesse nazionali»

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