Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2014 alle ore 20:54.
L'ultima modifica è del 11 luglio 2014 alle ore 19:48.
L'operazione "Confine protettivo" contro la Striscia va avanti e, anzi, sarà intensificata. Lo ha ribadito ieri il premier israeliano Benyamin Netanyahu, al termine di una riunione del gabinetto di sicurezza durata oltre sei ore. «L'operazione andrà avanti come è stato previsto - ha detto - Abbiamo provocato danni importanti ad Hamas, però attaccheremo con maggiore forza man man che l'operazione va avanti».
In effetti secondo Abu Mazen Israele sta per lanciare l'offensiva di terra. Citato dal Jerusalem Post, il presidente palestinese ha detto in serata che l'offensiva dovrebbe iniziare nelle prossime ore, anche a fronte della richiesta arrivata ai palestinesi che vivono nelle aree della Striscia a ridosso del confine di lasciare le loro case.
Le due parti dovrebbero accettare una tregua senza condizioni, ha aggiunto Abu Mazen, perché «la cosa più importante ora è evitare uno spargimento di sangue». Gli egiziani «hanno tenuto i contatti con le due parti - ha precisato - ma sfortunatamente questi sforzi non hanno avuto successo». Abu Mazen ha riferito di aver parlato anche con gli americani e di aver chiesto a Israele di mettere fine, in modo unilaterale, alle sue operazioni militari, in modo da spingere Hamas a fermare il lancio di razzi in territorio israeliano.
Israele, però, continua a martellare la Striscia. L'aviazione di Tel Aviv ha colpito più di 300 obiettivi, in risposta ai razzi sparati da Hamas contro il Paese. Lo ha annunciato un portavoce dell'esercito. «Abbiamo colpito 322 obiettivi portando a 750 il numero totale dei bersagli di Hamas colpiti dall'esercito dall'inizio dell'operazione» Protective Edge (margine di protezione) ha detto un portavoce, Peter Lerner.
Ed è di almeno 80 morti, oltre 500 feriti e 105 case distrutte il bilancio delle perdite palestinesi a Gaza negli ultimi tre giorni di combattimenti.
Il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, al termine di una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha denunciato come «intollerabile» l'eccessivo uso della forza da parte di Israele, mentre condanna il lancio di razzi da Gaza.
L'incontro al Palazzo di Vetro era stato richiesto da palestinesi e arabi e dallo stesso segretario generale dell'organizzazione, per discutere dell'escalation di violenza tra israeliani e palestinesi nella Striscia di Gaza.
«Noi non vogliamo il cessate il fuoco, il nostro obiettivo è smantellare l'infrastruttura di Hamas» attraverso la quale avviene il lancio di razzi, ha detto l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Ron Prosor, che ha riprodotto con il suo iPhone il suono delle sirene che avvertono dell'imminenza di un attacco, spiegando che gli israeliani hanno 15 secondi per correre verso i rifugi.
E in effetti i razzi Qassam lanciati dai miliziani palestinesi a Gaza hanno fatto nuovamente risuonare le sirene a Tel Aviv e nel pomeriggio anche a Gerusalemme e nel sobborgo di Beit Shemesh. Si è attivato lo scudo antimissile Iron Dome, il sistema difensivo, che ha abbattuto almeno due razzi. Lo ha reso noto la radio dell'esercito.
L'emittente televisiva israeliana Channel Two è riuscita a filmare proprio il momento in cui la batteria antiaerea si attivava e il missile veniva intercettato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA