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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2014 alle ore 14:44.
L'ultima modifica è del 17 luglio 2014 alle ore 19:01.

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Un secondo incontro interlocutorio, dopo il primo faccia a faccia del 25 giugno. Con qualche novità, come l'apertura di Renzi sul doppio turno di lista e le preferenze. E l'impegno a rivedersi ad agosto, dopo un giro ufficiale di tavolo con tutte le altre forze politiche per verificare se «riusciremo a trovare un punto di caduta». Scontata l'assenza di Grillo, all'incontro la delegazione dei Cinque Stelle era composta dai capigruppo di Camera e Senato, più l'estensore del "Democratellum" (la proposta di legge elettorale del M5s), Danilo Toninelli, e Luigi Di Maio, protagonista dell'apertura del Movimento al dialogo con il Pd. Per i dem, invece, c'erano, oltre a Renzi (in forse fino all'ultimo), la vice segretaria Debora Serracchiani, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza e l'eurodeputata Alessandra Moretti. New entry, Gianclaudio Bressa, sherpa dei democratici sul sistema di voto.

Di Maio: preferenze imprescindibili
Di Maio ha rilanciato subito sulle preferenze: «Se sulla governabilità con il doppio turno e il ballottaggio arriviamo alla quadra - ha incalzato - siete disposti a cedere sulle preferenze? Noi eravamo partiti dal proporzionale, il punto d'incontro si trova lasciando qualcosa e prendendo altro».

Renzi: avremmo voluto preferenze ma c'è patto
Sul punto è intervenuto Renzi, rimasto all'inizio della discussione defilato. «Noi non pensiamo che la preferenza sia lo strumento della democrazia ma tra averla e non averla preferiamo averla - ha detto il premier - ma si è arrivati a un accordo sulla legge elettorale che non le prevede, tanto che come Pd facciamo le primarie». E ha aggiunto, senza chiudere la porta: «Se dovessi scegliere tra le preferenze e le primarie imposte per legge io personalmente sarei per le preferenze». Poi però ha concluso: «Il punto vero è capire se sulle preferenze riusciamo a trovare un punto di caduta o meno». Quanto all'idea del M5s di dare il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, «a me piace da impazzire ma capisco che alcuni partiti possano avere dei dubbi. Forza Italia può essere intenzionata a dire di sì, più difficile che lo sia Italia Popolare o Sel», ha spiegato Renzi.

Di Maio a Renzi: state temporeggiando
Una chiosa, quella del premier, che non ha soddisfatto Di Maio, che ha accusato Renzi di temporeggiare: «Noi vi abbiamo fatto questa proposta che è pubblica da lunedì scorso. Da allora non avete avuto modo di incontrarvi con i partiti che fanno parte della maggioranza? Qui c'è tutta la buona volontà, ma venire e dire che "portiamo a casa le carte perché vogliamo riflettere", a me pare temporeggiare».

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