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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2014 alle ore 20:57.
L'ultima modifica è del 22 luglio 2014 alle ore 21:45.

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Il giudice Thomas Griesa (Reuters)Il giudice Thomas Griesa (Reuters)

Trattativa serrata per i prossimi otto giorni, 24 ore su 24. L'obiettivo è evitare "il peggiore scenario", ovvero un default che farebbe male alla gente comune. Il giudice americano, Thomas Griesa, impone a hedge fund e Argentina di sedersi al tavolo a trattare fino a raggiungere una soluzione. Rifiutando la richiesta di Buenos Aires di sospendere la precedente sentenza fino alla fine dell'anno, Griesa invita ad abbassare i toni ed evitare una retorica in grado solo di accentuare le ostilità e le divergenze.

Lo spread dei titoli di stato dell'Argentina con il Treasury Usa sale a quota 1006 punti dopo l'udienza al tribunale di New York che ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da Buenos Aires del pagamento agli hedge fund ordinando alle parti di trattare a oltranza entro il 30 luglio, pena il default. Le quotazioni del bond con scadenza 2033, il cui pagamento delle cedole è stato bloccato dal giudice di New York, cala dell'1,55% a 86,57 centesimi.

I legali di Buenos Aires intanto lamentano il rischio default, il secondo in 13 anni, e la mancanza di tempo per risolvere una questione che si protrae da anni: un accordo «non può essere fatto entro la fine del mese» affermano. Ma Griesa non cede: la sospensione della sentenza che impone il pagamento nello stesso tempo di chi ha accettato il concambio e gli hedge fund che non lo hanno fatto «non è necessaria alle trattative o a un eventuale patteggiamento. Ci sono strade per evitare il default» mette in evidenza Griesa, precisando che deciderà più avanti se i titolari di bond argentini che hanno aderito allo swap e che sono regolati dal diritto giapponese e inglese potranno ricevere o meno gli interessi sui pagamenti.

L'Argentina ha depositato il 26 giugno più di 800 milioni di dollari per pagare chi ha accettato il concambio. Ma i soldi sono bloccati presso le banche che non potranno procedere a un eventuale pagamento fino a che Griesa non si sarà pronunciato.

Buenos Aires ha chiesto una sospensione della sentenza, confermata dalla Corte Suprema americana, per evitare che scatti la clausola Rufo (Rights upon future options), che concede ai titolari di bond di chiedere pagamenti maggiori se l'Argentina dovesse accordarsi con chi non ha accettato lo swap, ovvero gli hedge che hanno vinto il ricorso.

Se la clausola Rufo, che scade alla in dicembre, entrasse in vigore le richieste potrebbero salire a 120 miliardi di dollari. Secondo alcune indiscrezioni, l'Argentina avrebbe avviato contatti per rivedere la clausola.

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