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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2014 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 01 agosto 2014 alle ore 19:38.

Roberto Calderoli e Anna Finocchiaro (LaPresse)Roberto Calderoli e Anna Finocchiaro (LaPresse)

L'Aula di Palazzo Madama ha approvato con 194 voti a favore e 26 contrari e 8 astenuti l'articolo 2 del ddl costituzionale, che modifica la composizione del Senato e prevede che i membri siano in tutto cento: 95 scelti dai consigli regionali e cinque di nomina presidenziale. I sì sono stati 194, i no 26, otto gli astenuti. Assenti M5S e Lega. L'Aula ha applaudito il sì. Con l'approvazione dell'articolo 2 sono preclusi tutti gli emendamenti aggiuntivi che riguardano l'elezione a suffragio universale e diretto del Senato, ha reso noto il presidente Pietro Grasso. I senatori della Lega sono tornati in aula per l'esame del decreto carceri. Probabile che con le riforme costituzionali si riprenda lunedì dall'articolo 3 per l'ok definitivo in settimana.

Cronaca di un'altra giornata (la quinta) difficile
Il difficile cammino della riforma costituzionale a palazzo Madama, tuttavia, è andato avanti anche oggi tra polemiche e tensioni (e qualche spiraglio di accordo) . È stata la quinta giornata di votazioni sulle modifiche al testo, dopo che ieri il governo è andato sotto su un emendamento della Lega in materia di diritti civili. Fin dalle prime battute della seduta Lega, M5S e Sel hanno insistito nel filibustering, attaccando la conduzione autoritaria del presidente Grasso e le votazioni in serie.

A metà mattina si è arrivati all'abbandono dei lavori in Aula da parte dei tre partiti, tornati sui banchi solo dopo un incontro con Grasso. La possibile svolta si è delineata a metà giornata, con il premier Renzi impegnato a cercare un punto di mediazione, in particolare con Sel: modifiche al ddl su alcuni punti (platea elezione capo dello Stato, immunità, referendum) in cambio dello stop all'ostruzionismo.

Renzi incontra la maggioranzaper trovare una via d'uscita all'impasse
Dopo la bagarre di ieri e la radicalizzazione del confronto in Aula, Renzi ha quindi avviato in prima persona una serie di incontri riservati per cercare di far uscire dal pantano la riforma. Nel corso di un pranzo a Palazzo Chigi con i capigruppo della maggioranza, Renzi si è detto disponibile a modificare la riforma in alcuni punti (in particolare immunità, referendum e platea per eleggere il Capo dello Stato), in cambio della disponibilità delle opposizioni a far cessare l'ostruzionismo in Aula. Il timing del ddl Boschi studiato durante la riunione tra il premier e i capigruppo della maggioranza al Senato prevede l'esame dell'articolo 2 del ddl Boschi entro stanotte, approfondendo le possibili modifiche nel corso del finesettimana.

Renzi: fiducioso in via libera in settimana
«Siamo fiduciosi» che il primo via linera alle riforme «possa arrivare la prossima settimana». Il nuovo clima di dialogo si rispecchia nelle parole di Renzi nel corso della conferenza stampa per la presentazione del pacchetto "Sblocca Italia", esaminato ieri dal Consiglio dei ministri.

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