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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2014 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 01 agosto 2014 alle ore 19:38.

De Petris (Sel): noi disposti a dialogo, da maggioranza primi segnali
In prima linea per trovare una soluzione anche Maria Elena Boschi, Pier Ferdinando Casini e i relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. «Siamo disponibili ad un dialogo e a un confronto su alcuni temi rimasti aperti», ha detto in Aula del Senato il ministro per i Rapporti con il Parlamento. «Finalmente - ha replicato Loredana De Petris, capogruppo di Sel al Senato - é arrivato un primo segnale di disponibilità da parte del governo». Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, in trasferta a Caserta, ha invece preso di mira l'ostruzionismo: non è contro le riforme, ma è contro l'Italia. Chi vuole praticarlo sappia, però, che gli italiani se ne stanno accorgendo». Nel pomeriggio, il ministro ha incontrato la capogruppo De Petris proprio per definire possibile modifiche concordate al testo all'attenzione dell'Aula.
M5S di nuovo fuori dell'Aula: non vogliamo essere complici di una farsa
Nessuna mediazione possibile invece per il Movimento 5 Stelle, che nel pomeriggio hanno confermato la linea dura dell'ostruzionismo. Dopo essere usciti dall'Aula insieme a Sel e Lega per poi farvi ritorno dopo la rimodulazione dei tempi del dibattito decisa dal presidente Grasso, i pentastellati hanno poi definitivamente scelto la strada dell'Aventino. «Da oggi é stata annullata l'ipotesi di avere un Senato elettivo», ha detto il capogruppo M5S Vito Petrocelli, accusando Governo e maggioranza di aver impedito al Movimento la difesa della Costituzione: «Non possiamo renderci complici di questa farsa. Per questo non partecipereno più ai lavori su questo disegno di legge costituzionale». Quanto all'incontro con il ministro Boschi, «non ci ha permesso di parlare con lei - ha tagliato corto Petrocelli - ha chiamato alle 16.05 Quando l'aula aveva ripreso i lavori. Ci ha mentito».
Marcucci (Pd): Governo impegnato a riaprire la strada del dialogo
Parlando della possibile svolta che si profila in queste ore con una possibile mediazione tra i gruppi dopo il braccio di ferro su votazioni ed emendamenti, il senatore renziano Andrea Marcucci ha sottolineato i tentativi del Governo e del Pd di riaprire « nuovamente la strada del dialogo con le minoranze. Superato l'emendamento sull'elettività diretta del Senato, vogliamo favorire un confronto nel merito degli altri punti della riforma, unico modo per superare la bruttissima immagine che l'aula ha dato ieri». «Se torna in aula una opposizione che vuole discutere serenamente sul cammino del disegno di legge costituzionale - ha concluso Marcucci - come sempre siamo i primi ad esserne contenti».
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