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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2014 alle ore 18:04.
L'ultima modifica è del 04 agosto 2014 alle ore 08:25.

Superato lo scoglio dell'articolo 2 (Senato dei 100 non elettivo), la strada appare in discesa per le riforme costituzionali, che da ormai una settimana impegnano palazzo Madama in un tour de force di sedute dal mattino a mezzanotte, o quasi. Dopo gli scontri in aula, le polemiche sul taglio agli emendamenti imposti del presidente Grasso, (con Sel, M5S e Lega sugli scudi dentro fuori dall'aula), l'approvazione in prima lettura entro l'8 agosto, data indicata dallo stesso premier, sembra a portata di mano. Domani alle 14, dopo la pausa inattesa del week end, riprende il voto sugli emendamenti, e si potrà valutare l'esito delle trattive di queste ore, soprattutto con Sel, dopo le aperture della maggioranza, in particolare sul fronte dei referendum abrogativi.

Ddl Boschi, trattive in corso su referendum e immunità
Terminato il braccio di ferro sulla non elettività del Nuovo Senato, il Governo sarebbe infatti disponibile a concedere un abbassamento del numero delle firme necessarie per proporne la celebrazione (nel ddl Boschi se ne prevedono 800mila). Altri punti oggetto di trattiva riguardano il sistema delle immunità e le modalità di elezione del Capo dello Stato, su cui Sel tenterà di ottenere qualche cambiamento pur rimanendo fortemente critico sull'assetto generale della riforma, mentre Lega M5S al momento preferiscono mantenere la linea del muro contro muro, pronti ad abbandonare i lavori dell'assemblea anche nei prossimi giorni. La pausa di riflessione alla maratona parlamentare sulle riforme spinge invece l'Ncd a mettere sul tavolo in problema del riassetto del federalismo italiano riformato nel 2001, affiancando ai costi standard il potere-dovere di commissariare Regioni e Comuni che non hanno i conti in ordine.

Italicum, si riapre la partita: martedì incontro Renzi-Berlusconi
I progressi attesi in settimana per le riforme costituzionali si rifletteranno inevitabilmente sul dossier riforma elettorale, che viaggia politicamente in parallelo al ddl Boschi. Ieri, di ritorno dall'Egitto, il premier si è detto fiducioso su una definizione entro l'anno, ma soprattutto ha ribadito il ruolo "necessario" di Berlusconi e di Forza Italia per l'approvazione dell'Italicum, che riprenderà il suo cammino parlamentare al Senato dal 1° settembre. Martedì, Renzi e Berlusconi torneranno ad incontrarsi per concordare le nuove modifiche annunciate da Renzi all'ultima direzione Pd: dall'innalzamento della soglia al di sotto della quale scatta il ballottaggio nazionale (dal 37,5 al 40%), al ritorno delle preferenze (il leader di FI punterebbe ad una clausola per l'elezione automatica dei capilista) e un intervento sulle sogl di sbarramento per i partiti coalizzati e non.

I timori Ncd: «non esistono maggioranzze variabili sulle riforme»
In nuovo incontro in vista tra Renzi e Berlusconi per la stesura di un Patto del Nazareno n. 2 preoccupa in particolare l'Ncd. Per questo, Fabrizio Cicchitto ricorda oggi che «Non esistono maggioranze variabili o intermittenti». Se è «giusto che Renzi incontri Berlusconi perché le leggi elettorali vengono fatte anche con il concorso di tutte le forze politiche principali di maggioranza e opposizione», le riforme elettorali «non possono essere fatte contro le forze che fanno parte organicamente di maggioranza e governo».

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