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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2014 alle ore 18:53.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2014 alle ore 08:58.

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Nella foto alcuni pazienti nel Mount Sinai Hospital a New York in attesa di sottoporsi al test per il virus Ebola (AFP Photo)Nella foto alcuni pazienti nel Mount Sinai Hospital a New York in attesa di sottoporsi al test per il virus Ebola (AFP Photo)

Il terribile virus Ebola comincia a far paura anche oltre i confini dell'Africa. Negli Stati Uniti salgono infatti a quattro i ricoveri a causa del virus che scatena febbre emorragica. Ci sono infatti due casi sospetti, entrambi: un uomo in isolamento nell'ospedale Mount Sinai di Manhattan e una donna ricoverata in un ospedale di Columbus, nell'Ohio, entrambi reduci da viaggi nell'Africa occidentale. A questi si aggiungono i due ricoverati
all'ospedale della Emory University di Atlanta, che sono stati contagiati dal terribile virus in Liberia dove si trovavano per ragioni umanitarie: si tratta infatti del medico Kent
Brantly, giunto nei giorni scorsi ad Atlanta con un volo speciale, e di Nancy Writebol, la missionaria americana che in queste ore è arrivata negli Usa per essere trasportata nello stesso ospedale della città georgiana. Le condizioni dei due malati sarebbero migliorate dopo essere stati sottoposti a un trattamento sperimentale, spedito appositamente per loro dagli Stati Uniti, ma molti esperti hanno invitato alla cautela sull'efficacia del farmaco.

C'è anche un caso sospetto di Ebola in Arabia Saudita. Tornato dalla Sierra Leone, è stato ricoverato in un ospedale di Gedda, secondo quanto ha reso noto il Ministero della Sanità saudita. Dall'aprile scorso le autorità di Riyadh hanno deciso di vietare il visto di espatrio verso Liberia, Nuova Guinea e Sierra Leone, i Paesi più colpiti dall'epidemia dell'Ebola, a cui si è recentemente aggiunta anche la Nigeria.

Oms: oggi a Ginevra summit per decidere se è emergenza internazionale
Si può dunque parlare di una vera e propria emergenza internazionale? La risposta arriverà dal summit dell'Organizzazione mondiale della Sanità, oggi a Ginevra. Il Comitato di Emergenza istituito dall'Oms dovrà infatti decidere se inserire la malattia nella lista delle «emergenze di salute pubblica di livello internazionale». «Se il comitato riterrà necessario dichiararlo - spiega il comunicato dell'agenzia Onu - saranno raccomandate misure aggiuntive per ridurre i rischi di diffusione». Per il Centro Europeo di Controllo delle Malattie, che ieri ha appena pubblicato il suo "risk assessment" sul virus, il rischio che Ebola arrivi in Europa è «molto basso». «Anche per chi viaggia o risiede nei paesi colpiti è molto basso - scrivono gli esperti europei - a patto che seguano alcune precauzioni elementari».

Allerta in Germania, lo scalo di Francoforte isolerà casi sospetti con «semaforo»
Intanto, la Germania già si prepara a fronteggiare un'eventuale emergenza, prendendo misure di precauzione fra l'altro all'aeroporto di Francoforte, per isolare eventuali passeggeri infetti: contro Ebola si userà il sistema di segnalazione del "semaforo". Mentre il governo tedesco ha stanziato un milione e mezzo di euro per combattere il virus. Si tratta di risorse con cui il ministero dello Sviluppo, a Berlino, intende sostenere progetti dell'Oms nelle regioni colpite, è stato spiegato. Da giorni lo sviluppo del contagio nell'Africa occidentale viene seguito con grande attenzione anche sul suolo tedesco: fino a ieri, infatti, Ebola era un po' più lontano, data la mancanza di voli diretti nei paesi colpiti dal contagio.

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