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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2014 alle ore 19:23.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2014 alle ore 20:14.

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La sepoltura nel 1944 nel piazzale della chiesa (Ansa)La sepoltura nel 1944 nel piazzale della chiesa (Ansa)

La corte federale di Karlsruhe ha annullato la decisione della procura generale di Stoccarda che, nel maggio dell'anno scorso, aveva detto no alla riapertura delle indagini per la strage nazista di Sant'Anna di Stazzema. Gli atti sono stati trasmessi alla procura di Amburgo, città d'origine dell'ex Ss Gherard Sommer, condannato in Italia all'ergastolo.

Per l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) - in cui, il 12 agosto 1944, furono trucidate 560 persone, tra cui 107 bambini - in Italia sono stati processati e condannati all'ergastolo 10 ex militari tedeschi. Le sentenze sono state confermate dalla Cassazione, ma mai eseguite. Il primo ottobre 2012 la procura di Stoccarda aveva deciso di non chiedere l'imputazione degli otto ex SS all'epoca ancora in vita per l'impossibilità di provare, nonostante le indagini svolte, le loro responsabilità individuali e l'aggravante della premeditazione.

Contro questa decisione hanno fatto ricorso i familiari delle vittime della strage, sostenendo che molte prove erano state trascurate e portandone di nuove, ma il 21 maggio 2013 l'istanza è stata respinta dalla procura generale di Stoccarda che ha deciso di non procedere nei confronti dei superstiti, tutti ultranovantenni e nel frattempo scesi a cinque. Ora sono tre quelli ancora in vita, ma la decisione odierna della corte federale di Karlsruhe apre la possibilità di una incriminazione per il solo Sommer, poiche' gli altri due sono stati ritenuti incapaci di stare in giudizio.

Gli inquirenti italiani
E' "molto soddisfatto" della decisione della magistratura tedesca di riaprire le indagini per la strage di Sant'Anna di Stazzema, il procuratore militare di Roma Marco De Paolis, il magistrato che ha istruito in Italia il processo ai responsabili di quell'eccidio finito con dieci condanne all'ergastolo, tutte confermate dalla Cassazione ma mai eseguite. "C'e' piena soddisfazione - dice De Paolis - da parte della giustizia militare italiana perche' e' difficile spiegare come per lo stesso fatto, con gli stessi imputati, ci possano essere da una parte dieci condanne all'ergastolo passate in giudicato e, dall'altra, una sentenza di archiviazione secondo cui non ci sono nemmeno i presupposti per fare un processo.

La decisione della corte federale di Karlsruhe sembra riequilibrare questa discrasia, anche se mi riservo di leggere il provvedimento per una valutazione più approfondita". "Certo - conclude De Paolis - la sola lettura del dispositivo è incoraggiante perche' sembra allineare la giustizia tedesca a quella italiana e questo, anche per i familiari delle vittime della strage, assume un significato molto importante".

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