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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 16:47.
L'ultima modifica è del 07 agosto 2014 alle ore 07:25.

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Nuova gelata per la crescita già anemica dell'Italia. Nella stima preliminare dell'Istat sul Pil del secondo trimestre la flessione è stata pari a -0,2% rispetto al trimestre precedente. Su base annuale la flessione è pari a -0,3%. Dopo due trimestri consecutivi col segno meno del Pil, l'Italia tecnicamente ritorna in recessione. L'ultimo dato positivo risale al quarto trimestre del 2013 (+0,1%) dopo una striscia ininterrotta di segni meno iniziata nel terzo trimestre 2011. Il livello del Pil nel secondo trimestre del 2014 risulta essere il più basso dal secondo trimestre del 2000, ovvero da 14 anni.

Diminuzione del valore aggiunto in agricoltura, industria e servizi
Il calo congiunturale, spiega l'Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo. Il secondo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2013.

Il Pil degli altri Paesi
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dell'1% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,4% negli Stati Uniti e del 3,1% nel Regno Unito.

Italia in recessione tecnica
Il dato odierno certifica, dunque, una nuova recessione tecnica dopo la contrazione del primo trimestre. «Il 3% nel rapporto deficit-Pil «nel 2014,e anche nel 2015, non sarà superato. Non ci sarà bisogno di una manovra aggiuntiva», ha assicurato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in un'intervista al direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, in cui esclude il rischio Troika, ma non nasconde le difficoltà del Paese, in attesa dei dati Istat sul Pil diffusi oggi. «Sulla crescita - avev commentato qualche giorno fa il premier Matteo Renzi - ci aspettavamo dati più alti, in linea con le previsioni dell'eurozona, ma questo significa che lavoreremo con maggior determinazione. Che il Pil sia zero o 0,6% dobbiamo fare di tutto per rimettere in moto l'economia italiana». (N.Co.)


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