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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2014 alle ore 11:55.
L'ultima modifica è del 07 agosto 2014 alle ore 10:43.

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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (Ansa)Il presidente del Consiglio Matteo Renzi con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (Ansa)

«Avanti con ancora maggiore decisione. Senza incertezze, senza paure, senza frenate. Il processo di riforme è partito. Procede. È iniziato un percorso senza ritorno». Così il premier Matteo Renzi in una lettera ai parlamentari di maggioranza sulle riforme in atto e il programma dei Mille giorni, dopo i dati negativi dell'Istat sul Pil. «In queste ore i dati negativi sulla crescita non devono portarci alla solita difesa d'ufficio (ma l'anno scorso era peggio, ma a giugno la produzione industriale cresce, ma gli occupati sono in aumento, ma il problema è l'eurozona, eccetera eccetera). Dobbiamo avere il coraggio e la voglia di guardare la realtà: l'Italia ha tutto per farcela e per uscire dalla crisi. Ma deve cambiare», ha scritto il premier. E «i MilleGiorni sono un arco di tempo che consente una strategia globale». Alla fine» del percorso, scrive Renzi, «l'Italia tornerà ad essere la guida, e non il problema dell'Eurozona».

Nessun cambio di linea, ora cinque riforme
La conferma è arrivata in un'intervista rilasciata dal premier al direttore del Messaggero, uscita sul quotidiano di giovedì mattina: «Niente manovra - precisa - e ora cinque riforme». «La linea non si cambia - aggiunge - il calo del Pil non va letto come una bocciatura, e bisognerà lavorare di più, trasformando questo numero in occasione per accelerare sulle riforme». Nell'ambito dell'intervista al Messaggero Renzi ha precisato: «Non è ipotizzabile che Forza Italia possa sostenere anche dei provvedimenti economici del governo». Ma il grande fatto politico è che le riforme istituzionali si fanno insieme. E non è in discussione neppure un' ipotesi di appoggio esterno: «L'operazione regole ha senso proprio nel momento in cui ci riconosciamo avversari politici».

Dipende solo da noi invertire la rotta
«Nel 2012 abbiamo fatto meno 2,4%. Nel 2013 abbiamo fatto meno 1,6%. Nei primi sei mesi siamo a meno 0,3%. Dobbiamo invertire la rotta. Ma dipende solo da noi. Dal nostro lavoro in Parlamento e nel Paese. I «MilleGiorni» sono la concreta possibilità di far ripartire la speranza e la crescita», ha scritto ancora Renzi nella lettera ai parlamentari.

Cinque gli obiettivi politici da raggiungere
Sono cinque gli obiettivi politici da raggiungere, scrive il premier. Si parte dalla riforma costituzionale, «con la fine del bicameralismo perfetto, il riequilibrio del ruolo delle Regioni, l'abolizione degli Enti non più utili». Un passaggio che Renzi definisce « storico, fondamentale».
Poi c'è la riforma elettorale, «con la garanzia di un vincitore e la stabilità per chi vince. Passata la prima lettura alla Camera, alla ripresa andremo in Senato».
Il terzo obiettivo riguarda la politica estera. «Mai come in questo momento - scrive il premier - i confini politici europei sono problematici, dall'Ucraina fino alla Siria, da Gaza fino alla Libia. C'è bisogno di Italia, di più Italia, specie nel Mediterraneo».
Quindi la sfida educativa. «La cultura, la Rai e soprattutto la scuola attendono un disegno organico di riscrittura e riscoperta. Inizieremo a fine agosto con un percorso di radicale riflessione sulla scuola, con particolare attenzione alla scuola media, all'autonomia e al rapporto formazione/lavoro».
Infine la spending review. «Ci hanno detto che la spending è una questione tecnica. Ma è una finzione. La scelta di cosa tagliare e cosa non tagliare è la suprema scelta politica. La spending è ontologicamente questione politica, che non possiamo rinviare. Ci siamo dati obiettivi che manterremo».

Cinque quelli sul profilo amministrativo
Poi ci sono i cinque obiettivi che riguardano il profilo amministrativo e partono dalla riforma del lavoro. «Abbiamo già approvato il Decreto Poletti - scrive Renzi - e siamo contenti dell'aumento di centomila posti di lavoro tra maggio e giugno. Ma alla ripresa va accelerato il disegno di legge delega». Poi la riforma della pubblica amministrazione. «Il Decreto Madia è in approvazione, il disegno di legge delega inizierà a breve il proprio iter. L'obiettivo è uscire dalla cultura del certificato per reimpostare il rapporto cittadino-macchina pubblica», ha precisato Renzi. Segue la riforma del fisco. «Il primo decreto è già stato approvato. Dobbiamo correre verso la dichiarazione precompilata. L'abbassamento delle tasse per i ceti medio bassi per 10 miliardi di euro annui e la riduzione del 10% dell'Irap sono un passaggio storico per l'Italia, ma non ancora sufficiente». Al quarto posto c'è la riforma della giustizia. «In queste ore stiamo procedendo con la consultazione pubblica. Alla fine dei "MilleGiorni" l'Italia avrà una giustizia civile con gli stessi tempi dei paesi europei (un anno anziché tre per il primo grado). I primi risultati del processo telematico sono incoraggianti. I testi saranno nel consiglio dei ministri del 29 agosto». Quinto posto spetta allo sblocca Italia. «Sarà un provvedimento di legge impegnativo ma affascinante, finalizzato a rendere operativi gli interventi infrastrutturali troppo spesso fermi. Ma conterrà le misure sull'efficientamento energetico, sulle reti digitali, sulle semplificazioni burocratiche. Anche questo sarà in consiglio dei ministri il 29 agosto».

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