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Questo articolo è stato pubblicato il 10 agosto 2014 alle ore 14:25.
L'ultima modifica è del 12 agosto 2014 alle ore 10:01.

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Questa città che si trova 130 chilometri a Nord-Est di Baghdad era stata strappata a metà giugno dai peshmerga curdi agli stessi ribelli sunniti. Un ufficiale di polizia ha riferito che Jalawla è ricaduta in mano ai jihadisti «lunedì mattina presto» dopo feroci combattimenti con le milizie curde. Altre due fonti hanno parlato di 10 morti e 80 feriti tra i peshmerga.

Si muove la diplomazia europea
Anche la diplomazia europea comicia a muoversi per cercare di far fronte alla crisi irachena. Una riunione straordinaria degli ambasciatori dei Paesi dell'Unione Europea è stata convocata a Bruxelles, per esaminare i mezzi per contrastare l'avanzata delle milizie jihadiste dello Stato Islamico.

Il presidente statunitense e il premier italiano Matteo Renzi hanno avuto un lungo colloquio telefonico nel pomeriggio. Al centro della conversazione - riferiscono da palazzo Chigi - la crisi in Iraq, ma anche la valutazione della situazione in Libia e Ucraina e il rinnovato interesse per l'Africa a seguito della recente missione del presidente del Consiglio e all'indomani del vertice Usa-Africa di Washington. Nel corso del colloquio- si sottolinea - i due leader si sono confrontati anche sulla agenda della crescita in Europa.

«Si tratta di coordinarsi il meglio possibile», precisa una fonte europea, mentre il ministro degli Esteri italiano Mogherini ha escluso un intervento militare diretto ma ha promesso aiuti umanitari e forniture belliche ai curdi che resistono all'avanzata dei miliziani dell'Isis. A sua volta il ministro degli Estero francese, Laurent Fabius, si è appellato ai Ventotto affinchè «si mobilitino» per rispondere alle richieste di aiuto dei curdi, fornendo loro «armi e munizioni», come già stanno facendo gli Stati Uniti.

Almeno 500 yazidi uccisi, donne e bimbi sepolti vivi
Emerge l'orrore seminato nel nord dell'Iraq dallo Stato islamico, che ha ucciso e seppellito in fosse comuni almeno 500 membri della comunità religiosa Yazidi. A darne notizia è il ministero dei Diritti umani iracheno, Mohammed Shia al-Sudani. I miliziani sunniti hanno anche seppellito vive alcune delle vittime, tra le quali donne e bambini. Altre 300 donne sono state fatte schiave.

Intanto sono riuscite a fuggire 20mila delle almeno 40mila persone della minoranza degli Yazidi intrappolate da giorni sui monti di Sinjar, in Iraq, sotto la minaccia dei jihadisti dello Stato islamico (ex Isis). Già ieri i combattenti curdi avevano annunciato di aver aperto un primo corridoio come via di fuga. Secondo la deputata Vian Dakhil, rappresentante della minoranza Yazidi, gli scampati sono almeno 20mila, mentre un responsabile curdo del valico di Fishkabur, nel nord dell'Iraq, ha indicato un numero fino a 30mila. I fuggitivi sarebbero riusciti a rifugiarsi in Siria, per poi tornare sotto scorta curda nel territorio del Kurdistan iracheno al riparo dai jihadisti.

Usa evacuano parte staff consolato Erbil in Kurdistan
Gli Stati Uniti hanno deciso di evacuare parte dello staff del consolato a Erbil, nel Kurdistan iracheno, per il «deteriorarsi della sicurezza» nel nord del Paese. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato, prendendo atto dell'avanzata degli jihadisti sunniti dello Stato islamico (Is) contro cui oggi sono continuati per il terzo giorno consecutivo i raid aerei americani.

Ue: indagare su crimini contro umanità nel nord Iraq

L'Ue condanna «le persecuzioni e violazioni dei diritti umani» da parte dell'Isis nel nord dell'Iraq «che possono essere considerate come crimini contro l'umanità» e sulle quali «bisogna indagare rapidamente». Lo ha dichiarato in una nota l'Alto rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton.

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