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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2014 alle ore 18:50.
L'ultima modifica è del 13 agosto 2014 alle ore 14:22.

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Le Regioni premono per cominciare, il ministero della Salute è costretto ad ammettere: la fecondazione eterologa è lecita, dunque non possono essere comminate sanzioni a chi la pratica. Però mancano norme fondamentali che ne regolino la sicurezza: le linee guida non sono sufficienti perché, sempre secondo la Salute, è necessario istituire, con legge, un registro dei donatori per assicurare la tracciabilità completa e permanente donatore-nato.

Il ministero: la sentenza è autoapplicativa
La pronuncia della Corte costituzionale (n. 162/2014), spiegano fonti ministeriali, è autoapplicativa. Tuttavia, se l'eterologa è lecita non è disciplinata. Di qui la scelta del Governo di rinviare a una legge la regolamentazione degli aspetti ritenuti chiave. Recependo le norme europee che stabiliscono i test per la selezione del donatore e garantendo così alle Regioni una cornice uniforme entro la quale autorizzare i centri.

Il pressing delle Regioni
Il chiarimento del ministero guidato da Beatrice Lorenzin è arrivato al termine di una giornata in cui, dopo la Toscana, anche la Sardegna ha aperto all'eterologa. «Si può praticare», dice l'assessore sardo alla Sanità, Luigi Arru, e indica dove: nel reparto di ginecologia dell'Ospedale Microcitemico di Cagliari e in quelli delle cliniche universitarie di Cagliari e di Sassari. Ma poi aggiunge: «Naturalmente la Regione è favorevole affinché si definisca al più presto il quadro normativo». Si muove pure l'Emilia Romagna. L'assessore Carlo Lusenti ha sollecitato la convocazione a breve della Commissione salute per poter disporre, entro la prima settimana di settembre, di una proposta unitaria da sottoporre alla ministra per una regolamentazione uniforme su tutto il territorio. «Vogliamo che a settembre - chiarisce Lusenti - le linee guida siano già pronte, per dare una risposta alle coppie in attesa, la cui legittima aspettativa non può essere vanificata a questo punto da inutili ed esasperanti dilatazioni dei tempi, che la Regione Emilia-Romagna non accetterà». E anche la Liguria sarebbe pronta a imitare presto la Toscana.

Il caos dopo la retromarcia del Governo
Si complica dunque il "pasticcio" della fecondazione eterologa, dopo il brusco dietrofront del Governo che ha preferito rinviare la palla al Parlamento e il no opposto dalla Toscana, che ha già emanato una delibera e da settembre consentirà l'eterologa dietro pagamento del ticket. Non ha placato gli animi la notizia fatta trapelare ieri dalla ministra Lorenzin, del nuovo tavolo che sarà attivato a settembre per colmare i presunti "vuoti" creati dalla sentenza della Corte costituzionale. Anche perché quei vuoti sono negati dalla stessa Consulta: nella pronuncia e nel successivo chiarimento del presidente Giuseppe Tesauro.

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