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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2014 alle ore 14:26.
L'ultima modifica è del 12 agosto 2014 alle ore 16:23.

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«Domani Expo. Poi Napoli (città scienza, Bagnoli), Reggio Calabria, la Sicilia. E intanto qui si lavora allo #sbloccaitalia #italiariparte». Rientrato ieri a Palazzo Chigi dopo un fine settimana tra famiglia e raduno scout, il premier Matteo Renzi twitta gli impegni (noti) che ha davanti a sé. Tace dell'incontro con il capo dello Stato Giorgio Napolitano, reduce a sua volta da una vacanza in montagna, che comunque dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. E conferma invece che (dopo l'intervista di stasera durante la trasmissione Millennium su Rai 3) domattina volerà alla volta dei cantieri dell'Expo 2015 a Milano, la seconda visita dopo il blitz di maggio in pieno scandalo tangenti. Il tempo di un saluto veloce al Papa in partenza per la Corea e poi via verso Sud per rimarcare l'importanza dei fondi europei per il rilancio del Mezzogiorno: il presidente del Consiglio è atteso a Napoli il 14 mattina e a Reggio Calabria all'ora di pranzo per concludere a Palermo la sua vigilia di Ferragosto.

Il punto al Quirinale
Scontata l'agenda dell'incontro al Colle: con Napolitano il presidente del Consiglio farà il primo vero punto della situazione dopo i dati sul Pil che proiettano un calo su base annua dello 0,3% e dopo il rapporto Moody's che ha rivisto le stime sull'Italia prevedendo nel 2014 una contrazione dell'economia dello 0,1 per cento. Scontato il sostegno del capo dello Stato sul programma di riforme avviato da Renzi, che cerca un alleato di peso da far valere soprattutto nella partita con l'Europa. Per rafforzare il messaggio già lanciato dalle pagine del Financial Times («Decido io le riforme, non la Troika, la Bce o l'Ue») ma soprattutto per far scattare dal 2015 le clausole attenuanti previste dal Fiscal compact in caso di prolungata fase recessiva. E nel contempo accelerare sull'avvio di un'iniziativa europea per spingere la domanda.

Al lavoro su Def e Sblocca-Italia
Il vero nodo dell'autunno sarà questo: nei giorni dopo Ferragosto il lavoro di Renzi e di via XX Settembre si concentrerà sui conti. C'è da aggiornare il quadro macroeconomico di riferimento per mettere a punto la nota di aggiornamento al Def che va presentata alla Camera entro il 20 settembre , con lo sguardo già alla legge di stabilità per il 2015. C'è da limare il decreto Sblocca-Italia annunciato per il Consiglio dei ministri del 29 agosto. C'è da sbloccare la crescita nel medio-lungo periodo ma anche da trovare risorse nel breve per non sforare, come Renzi ha assicurato, il parametro del 3% del rapporto deficit-Pil.

L'agenda delle rifome
Il colloquio con Napolitano sarà l'occasione per un primo bilancio sulle riforme, dopo il primo sì di Palazzo Madama al ddl costituzionale sul Senato e il Titolo V, il via libera al decreto Pa e il nuovo incontro Renzi-Berlusconi per cambiare l'Italicum. Sul tavolo restano il capitolo del lavoro, il resto della riforma della pubblica amministrazione (la delega che a settembre comincerà l'iter in commissione Affari costituzionali al Senato), il fisco e la giustizia. Tutti temi sensibilissimi, sui quali il premier deve fare i conti con i numeri in Parlamento e sperare in maggioranze variabili. Con il Ncd che spinge sull'articolo 18 e Forza Italia che si dice disponibile a discutere le sue proposte sull'economia, a patto che il premier le ascolti.

I nodi della politica estera
Come se non bastasse il difficile quadro interno, a complicare la situazione ci sono i tanti focolai di guerra che destano preoccupazione, dal Medioriente all'Iraq, dalla Libia all'Ucraina. Crisi che saranno affrontate nell'incontro tra Renzi e Napolitano. Situazioni esplosive che impongono all'Italia un'attenzione speciale, anche come presidente di turno del semestre Ue. Non è un caso che ieri Renzi abbia passato il pomeriggio al telefono prima con il premier indiano Narendra Modi (il caso marò resta lontano da una soluzione), poi con il presidente americano Obama e ancora con il turco Erdogan, fresco di trionfo alle presidenziali. In attesa delle nomine in Europa, al Consiglio europeo del 30 agosto, dove Renzi ha candidato la ministra degli Esteri Federica Mogherini ad Alto rappresentante della politica estera comune.

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