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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2014 alle ore 13:35.
L'ultima modifica è del 13 agosto 2014 alle ore 18:08.

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Il convoglio di aiuti umanitari organizzato dalla Russia (Ap)Il convoglio di aiuti umanitari organizzato dalla Russia (Ap)

L'Ucraina è pronta ad accettare il convoglio umanitario russo destinato alla roccaforte dei separatisti di Lugansk a patto che vengano rispettate alcune condizioni. Lo ha detto il portavoce del presidente ucraino. «Gli aiuti per Lugansk passano attraverso un posto di frontiera vicino a questa città. I doganieri, le guardie di frontiera ucraine e i rappresentanti dell'Osce ispezionano il carico alla frontiera russo-ucraina. Il convoglio prosegue poi nel territorio controllato dai ribelli, dove all'arrivo a Lugansk sara' distribuito dalla Croce Rossa», ha spiegato il portavoce, Sviatoslav Tsegolko, dando i dettagli dell'itinerario chiesto da Kiev. Il riferimento è ai 280 camion che da due giorni sono in viaggio dalla Russia verso l'Ucraina, allo scopo, secondo il governo di Mosca, di portare «aiuti umanitari» in Ucraina. Si parla di quasi 2.000 tonnellate di materiale.

Nei giorni scorsi il governo di Kiev aveva dichiarato che avrebbe lasciato entrare sul suo territorio «nessun convoglio umanitario» di Vladimir Putin diretto nelle regioni orientali devastate da conflitti. Lo aveva ha ribadito il ministro degli Interni, Arsen Avakov. «Nessun convoglio umanitario di Putin passerà dalla regione di Kharkiv» nel nord-est controllata dal governo di Kiev. «Una tale provocazione cinica dell'aggressore del nostro territorio è inaccettabile», ha continuato il ministro su Facebook.

Dopo due giorni di forte tensione sull'iniziativa russa, che ha sfidato apertamente i timori occidentali di un intervento «mascherato» nel conflitto tra truppe governative ucraine e separatisti filorussi, la situazione sembra dunque più calma: Mosca ha più volte rassicurato che il convoglio non entrerà in territorio ucraino e gli aiuti saranno affidati alla Croce rossa internazionale per la consegna.

Oltre 2mila morti: il numero delle vittime è raddoppiato in 15 giorni
Intanto, continuano gli aspri combattimenti tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti: undici soldati sono stati uccisi e 41 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore in Ucraina orientale, teatro di violenti scontri.
Il numero dei morti nel conflitto in Ucraina è raddoppiato in quindici giorni, salendo a 2.086 vittime da metà aprile al 10 agosto. Lo denuncia l'Alto commissariato Onu per i diritti dell'uomo. L'ultimo bilancio del 26 luglio era di 1.129 morti.

Il presidente Vladimir Putin ha parlato di Ucraina - dell'operazione umanitaria russa e del problema dei controlli per evitare l'import illegale dei prodotti sotto embargo russo - con il leader kazako, Nursutan Nazarbayev e quello bielorusso Aleksandr Lukashenko. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del Cremlino, comunicando il contenuto della conversazione telefonica. «Sono stati discussi alcuni aspetti della collaborazione all'interno della nascente Unione economica eurasiatica, compreso il coordinamento di azioni per prevenire forniture illegali, attraverso Bielorussia e Kazakhstan, di prodotti dai Paesi banditi in linea con le recenti direttive del governo russo», si legge nella nota del Cremlino.

I leader hanno poi espresso la loro preoccupazione per le «gravi conseguenze umanitarie» dell'operazione militare di Kiev nel sud-est, mentre Putin li ha informati dello stato dell'operazione umanitaria lanciata ieri da Mosca «in collaborazione con la Croce rossa internazionale e la parte ucraina».

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