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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2014 alle ore 14:47.
L'ultima modifica è del 17 agosto 2014 alle ore 20:00.

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I cristiani non vengono «per conquistare, ma per essere parte di un dialogo e della società; la cosa importante è camminare insieme». Lo ha detto Papa Francesco, parlando a braccio ai 68 vescovi di 35 nazioni dell'Asia, riuniti al santuario di Hemi (90 chilometri a sud di Seul, luogo simbolo delle persecuzioni anticristiane) per incontrarlo. «Spero fermamente che i Paesi del vostro Continente con i quali la Santa Sede non ha ancora una relazione piena, non esiteranno a promuovere un dialogo, a beneficio di tutti», ha aggiunto il Papa, spiegando di non riferirsi «solo al dialogo politico, ma anche al dialogo umano e fraterno». E ancora, parlando a braccio: «Non devono pensare "questi vengono come concorrenti o conquistatori", bensì non vengono a toglierci identità ma vogliono camminare con noi». Il riferimento è alla Cina, ma non solo: ancora non hanno relazioni diplomatiche con la Santa Sede anche la Corea del Nord, il Laos e il Myanmar, mentre il Vietnam ha avviato il percorso che porterà a stabilirle.

Relazioni non solo diplomatiche con Cina
Per il papa latinoamericano resta la preoccupazione che la Santa Sede non venga vista da Pyongyang e Pechino come un potere politico ostile e antagonista, magari di stampo occidentale, quando come una autorità morale la cui voce può essere ascoltata con attenzione anche in Oriente. Non a caso, dall'aereo che mercoledì scorso lo portava a Seul, Francesco aveva inviato un telegramma al presidente Xi Jinping mentre - primo Papa a poterlo fare - sorvolava il territorio della Repubblica Popolare Cinese: «Rivolgo i migliori auguri a vostra eccellenza e ai suoi concittadini e invoco le benedizioni divine di pace e benessere sulla nazione». Un gesto accolto positivamente a Pechino.

Papa a ragazzi d'Asia: "wake up"
Oggi il Pontefice, sollevando gli occhi dalla omelia che stava pronunciando in inglese, ha guardato la folla di giovani assiepati davanti al Castello di Hemi e ha ripetuto: «Wake up, up, up, wake up, alzatevi, svegliatevi». Anche alla fine dell'omelia, dopo che il traduttore ha completato la versione in coreano dell'ultima parte, il Papa, ancora sorridendo e gesticolando, ha ripetuto il suo «Wake up». Il piazzale era pieno di ragazzi festanti da tutta l'Asia: 4mila coreani e 2mila dalle altre nazioni. Secondo informazioni attendibili ci sarebbe anche un gruppo di qualche decina di cinesi continentali. È un messaggio di energia e gioia quello che papa Francesco indirizza ai ragazzi del grande continente asiatico, che alla fine della messa hanno annunciato per il 2017 in Indonesia il loro prossimo raduno continentale.

Tweet sull'Iraq: tanta violenza,perseveriamo nella preghiera
In giornata papa Francesco ha lanciato ancora un messaggio per l'Iraq. Dalla Corea ha twittato: «Signore, davanti a tanta violenza in Iraq, perseveriamo nella preghiera e nella generosità»

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