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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2014 alle ore 12:16.
L'ultima modifica è del 18 agosto 2014 alle ore 13:43.

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Il premier Matteo Renzi è in vacanza per qualche giorno a Forte dei Marmi, ma non si ferma comunque il dibattito politico, con i numerosi argomenti all'ordine del giorno, in vista del Consiglio dei ministri del 29 agosto e del Consiglio europeo del giorno dopo. Appuntamenti che tengono impegnato il presidente del Consiglio anche in questi giorni lontano da Roma.

Conti pubblici sotto osservazione
È soprattutto la difficile situazione economica a tenere banco nel confronto tra le forze politiche. Ieri il ministro dell'Economia Padoan ha ammesso che nel 2014 la crescita sarà «molto inferiore» rispetto alle previsioni e che le riforme del governo avranno un impatto sul Pil nel medio termine, ossia«nei prossimi due anni». Si cerca di capire se sarà possibile avviare un negoziato per ottenere maggiore flessibilità dall'Europa e se interventi ipotizzati in autunno per tenere sotto controllo i conti pubblici richiederanno un coinvogimento anche dell'opposizione, a partire da Forza Italia.

Ipotesi allargamento maggioranza bocciata da Fi
Ipotesi che sembra escludere il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, per il quale «oggi mancano le condizioni minime per dare vita a una grande coalizione». Nel merito, si accende il dibattito dopo le affermazioni del ministro del Welfare Giuliano Poletti a proposito di possibili interventi sulle pensioni, mentre resta viva l'attenzione sulla riforma del mercato del Lavoro, con il capogruppo del Nuovo centrodestra al Senato, Maurizio Sacconi, che torna a sollecitare una modifica dell'articolo 18, anche se avverte: «non cade il governo per questo». In primo piano naturalmente anche i preoccupanti scenari di crisi internazionali, in attesa della riunione del 20 agosto delle commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera per affrontare il tema dell'invio di armi ai curdi iracheni, che combattono i fondamentalisti islamici dell'Isis.

Il Consiglio Ue del 30 agosto a Bruxelles sulle nomine
Nel frattempo, il «programma delle riforme non cambia». A partire dal Cdm del 29 agosto, che ha in agenda Sblocca Italia, riforma della giustizia e l'avvio di un intervento sulla scuola. Con quei "compiti a casa" fatti Renzi si presenterà il 30 agosto al Consiglio Ue straordinario per le nomine. A Bruxelles il premier cercherà di portare Federica Mogherini alla guida della politica estera europea ma chiederà anche un segnale sul tema della flessibilità, ribadendo che senza un intervento di questo tipo non solo l'Italia, ma l'Europa intera non cresce e resta in stagnazione.

Il nodo flessibilità
In ballo c'è in primo luogo la necessità di evitare una procedura d'infrazione per il mancato rispetto dei parametri previsti dal Fiscal compact per il progressivo approdo al pareggio di bilancio. In base a quelle regole, il nostro Paese, vista l'entità del suo debito pubblico, dovrebbe registrare un miglioramento annuale del deficit strutturale (al netto del ciclo economico) pari ad almeno lo 0,5 per cento. Secondo la Repubblica, sarebbe in corso una trattativa per dimezzare quel parametro allo 0,25%, con un "risparmio" potenziale di 4-5 miliardi. Da palazzo Chigi è arrivata oggi la smentita. Ma il governo intensificherà il pressing per ottenere il tempo necessario per fare le riforme, senza essere strozzati da una procedura d'infrazione che non ci si può permettere.

Il ruolo della Bce
La strada, però, concordano tutti, è ancora lunga. La renderebbe meno impervia un intervento ulteriore della Bce, con lo strumento del "quantitative easing", l'acquisto di titoli di Stato e obbligazioni, che servirebbe anche come stimolo all'inflazione, per riportarla, come chiede il ministro dell'Economia, «nuovamente vicina al 2%». Restano però da vincere le resistenze dei falchi tedeschi.

Verso la nota di aggiornamento del Def
Sono intanto ripresi i lavori all'Economia per presentare entro settembre la Nota di aggiornamento al Def. Dopo la stima Istat sul Pil del secondo trimestre in flessione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, l'obiettivo di crescita del Pil fissato allo 0,8% per il 2014 dal governo è tecnicamente irrealizzabile. E nella Nota di aggiornamento dovrà essere rivisto dall'esecutivo (si verso verso lo 0,3% o giù di lì). A seguire la redazione della legge di stabilità. Che dovrà centrare almeno tre obiettivi irrinunciabili per il 2015: stabilizzare il bonus di 80 euro (costo 10 miliardi), ridurre la pressione fiscale che grava sulle imprese (probabilmente con un nuovo taglio dell'Irap) e trasformare in tagli concreti i risparmi di spesa fino a oggi ipotizzati, per evitare la clausola di "garanzia" e che prevede il taglio di sconti fiscali e aliquote agevolate per almeno 3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 nel 2017.


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