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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2014 alle ore 18:29.
L'ultima modifica è del 24 agosto 2014 alle ore 20:14.

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È di almeno 500 morti il bilancio degli scontri da martedì tra l'esercito siriano e i jihadisti dello Stato islamico (Isis) che oggi hanno conquistato l'aeroporto di Taqba, ultimo bastione del regime di Bashar al Assad nella provincia settentrionale di Raqqa in Siria. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano dei diritti umani. «I combattimenti continuano nei dintorni dell'aeroporto che é caduto in mano all'Isis. Sul terreno sono rimasti i corpi di decine di soldati siriani», ha riferito la fonte.

Rilasciato il giornalista americano Peter Theo Curtis
Intanto arriva la notizia del rilascio del giornalista americano Peter Theo Curtis, prigioniero in Siria da due anni. Lo riferisce al Jazira. Il reporter era stato rapito nell'ottobre 2012 ad Antakya, in Turchia, mentre si preparava a entrare nel paese mediorientale. Il network televisivo qatariota ci ha tenuto a far sapere che il rilascio di Curtis è avvenuto grazie alla mediazione di Doha. Il reporter è stato consegnato a rappresentanti delle Nazioni Unite.

Settimanale racconta liberazione prigioniero tedesco
Oggi il settimanale Welt am Sonntag, in un lungo articolo, racconta la vicenda della liberazione a giugno - da parte dell'unità di crisi del governo tedesco ufficialmente senza pagare riscatti - di un giovane di 27 anni che dal Land del Brandeburgo, nell'estate del 2013, era partito per la Siria. Senza nessuna esperienza, il giovane era volato da Berlino in Turchia, per poi spingersi oltre il confine verso la Siria. Ai genitori in primavera era stato inviato un video: il tedesco era in ginocchio insieme a due altri ostaggi, con un cartello su cui era scritta la richiesta di riscatto. Davanti a loro una fossa, dietro i boia incappucciati e armati. Poi uno sparo alla nuca di uno degli altri due sequestrati.

Resta nelle mani di Isis il corrispondente del Time
Va ricordato che nelle mani dell'Isis resta Steven Joel Sotloff , corrispondente del «Time» e inquadrato durante le riprese in occasione dell'esecuzione del freelance americano James Foley.

A pochi giorni dall'uccisione di Foley
La notizia della liberazione del giornalista americano Curtis arriva a pochi giorni dalla diffusione di un video diffuso da jihadisti dello Stato islamico, presenti in Siria e in Iraq, in cui mostrano l'uccisione del giornalista americano James Foley, anche lui catturato in Siria alla fine del 2012. La tv panaraba afferma che Curtis, una volta liberato, è stato consegnato al personale delle Nazioni Unite in Turchia. Citato da al Jazira, Curtis ha affermato di esser stato trattato bene, «di avere avuto a disposizione tutto, cibo, vestiti e persino amici». Al momento della sua scomparsa nell'autunno del 2012, si trovava ad Antakia, nel sud della Turchia, pronto a entrare nel nord della Siria. Lo scorso 30 giugno, sempre al Jazira aveva trasmesso un video amatoriale in cui Curtis appariva presentandosi con le sue generalità e definendosi un giornalista di Boston.

Foley: ambasciatore Gb, vicini a identificare killer jihadista
Nel frattempo le autorità britanniche sono vicine a identificare il jihadista dell'Isis che ha ucciso il giornalista americano James Foley. È quanto ha dichiarato ai media Usa, ripresi da quelli del Regno Unito, l'ambasciatore britannico negli Stati Uniti, Peter Westmacott. «Non siamo ancora nella posizione di dire chi sia ma siamo vicini», ha affermato, sottolineando che nell'analisi del video in cui viene ucciso il reporter vengono utilizzate le più sofisticate tecniche per il riconoscimento vocale, ma ha preferito non aggiungere altri particolari per ragioni di sicurezza.

Gb invia soldati Sas in Iraq e Siria
Il Regno Unito ha inviato nelle ultime 48 ore in Iraq e in Siria una "notevole forza" composta da soldati della Sas (Special Air Service) e della Srr (Special Reconnaissance Regiment) per «condurre operazioni high-tech che potrebbero portare alla cattura di estremisti nel giro di qualche giorno»: lo scrive il domenicale Mail on Sunday.
«Nelle ultime 48 ore una "notevole forza" di soldati della Sas e della Srr è stata dispiegata nel nord dell'Iraq e ha raggiunto unità irachene e curde che combattono l'Isis», scrive il giornale spiegando che in Iraq e in Siria vengono condotte "operazioni high-tech". «È possibile identificare i jihadisti britannici sul campo di battaglia intercettando i loro messaggi radio - ha detto al domenicale una fonte della Sas -. Quando verranno catturati dagli iracheni o dai curdi presteremo molta attenzione ai loro interrogatori».

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