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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 14:32.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 18:50.

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Non ci sarà domani la riunione della direzione Pd che avrebbe dovuto varare la nuova segreteria unitaria promessa da Matteo Renzi: l'incontro è stato rinviato a martedì prossimo, 16 settembre. Troppi gli impegni del presidente del Consiglio.

Troppi i nodi ancora da sciogliere, soprattutto dopo il ciclone dell'inchiesta sulle spese pazze del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna in cui sarebbero coinvolti anche gli ex consiglieri Stefano Bonaccini e Matteo Richetti in corsa per le primarie per la scelta del candidato governatore dopo le dimissioni di Vasco Errani. Richetti si è già ritirato ieri, Bonaccini no. Ma il clima è avvelenato.

Ai renziani i ruoli chiave
Il parlamentino dem si vedrà dunque la prossima settimana. L'intenzione di Renzi è quella di tenere per sé i ruoli chiave, come l'organizzazione e gli enti locali. «Il congresso ha avuto un risultato e ci sono ruoli che per loro natura è giusto che ricadano su chi il congresso lo ha vinto», aveva detto ieri il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini.

Aggiungendo che «ci sono le condizioni perché anche aree che non hanno sostenuto Renzi alle primarie possano assumersi delle responsabilità nella gestione quotidiana del partito». Un'apertura che è piaciuta a Massimo D'Alema: era stato lui, la settimana scorsa, a criticare la gestione Renzi. Anche se la minoranza resta sull'attenti.

In serata Alfredo D'Attorre, parlando a margine della manifestazione in favore del referendum per l'abrogazione del Fiscal Compact, ha chiesto una «direzione ad hoc per discutere della legge di stabilità e della delega sul lavoro». «La strada per la gestione unitaria - ha aggiunto d'Attorre - passa anche da questo: se Renzi apre sulla segreteria va benissimo, ma per noi è essenziale condividere anche il merito delle scelte di governo, a partire dalla legge di Stabilità e dalla delega fiscale, oltre alla conferenza sul partito che speriamo si tenga entro l'anno». E ha concluso: «Un conto è parlare in astratta del taglio della spesa di 20 miliardi - ha proseguito - ma se si va nel concreto si toccano settori come la sanità e il welfare, cosa che avrà dei pesanti riflessi a livello sociale».

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