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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 19:33.
L'ultima modifica è del 11 settembre 2014 alle ore 08:39.

Stefano Bonaccini, segretario regionale uscente del Pd in Emilia-Romagna e candidato alle primarie per le regionali, è stato sentito nel pomeriggio negli uffici della Procura di Bologna, accompagnato dal suo legale Vittorio Manes. Indagato per peculato nell'inchiesta sulle "spese pazze", il responsabile nazionale enti locali Pd aveva formalmente chiesto di essere ascoltato per chiarire.
I magistrati bolognesi contestano all'esponente del Pd poco meno di quattromila euro tra rimborsi chilometrici, cene e pranzi nell'ambito dell'inchiesta partita nel 2012 sulle "spese pazze" dei consiglieri. A confermare la cifra è stato lo stesso Bonaccini, sentito dagli inquirenti per circa tre ore. Tra le contestazioni non risulterebbe la vicenda di una sua segretaria che avrebbe lavorato alla sede del Pd ma sarebbe stata pagata coi soldi del gruppo regionale.
I tempi dell'inchiesta
Il deputato del Pd Matteo Richetti e Bonaccini sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di peculato ai primi di agosto, dunque prima che entrambi scendessero in campo per le primarie. La Procura (l'inchiesta è affidata alle pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, con la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e del suo vice Valter Giovannini) starebbe iscrivendo gli indagati man mano che arrivano le informative della Guardia di finanza. Oltre ai nove capigruppo e agli otto consiglieri del Pd per cui si sa già dell'iscrizione, non è da escludere che anche consiglieri di altri partiti finiscano nel registro.
Bonaccini non rinuncia alla corsa elettorale
«Ero sereno prima, e sono ancora più sereno adesso. Perché penso che abbiamo potuto dare spiegazioni per qualsiasi eventuale addebito», ha dichiarato Bonaccini uscendo dagli uffici della Procura, aggiungendo di essere «determinato a proseguire perché so come mi sono sempre comportato in questi anni».
Ritiratosi Richetti, Bonaccini non dà segno, quindi, di voler rinunciare alla corsa per le primarie del Pd fissate per il 28 settembre in vista del rinnovo dell'assemblea regionale dell'Emilia-Romagna, necessario dopo le dimissioni dell'ex presidente Vasco Errani. Al momento in gara contro l'ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani, resta il solo Bonaccini anche se da settimane si parla di un possibile ruolo per il sottosegretario Graziano Delrio.
«Matteo è una persona per bene»
«Non ho dubbi che Matteo Richetti saprà tranquillamente giustificare ogni eventuale addebito gli venisse rivolto», ha commentato Bonaccini. «L'ho conosciuto in questi anni Matteo, è una persona per bene, sono convinto che potrà dimostrare eventuali addebiti che gli vengono mossi». Come giudica la scelta del passo indietro? «Questo - ha detto l'esponente dem - andrebbe chiesto a Matteo Richetti. Credo che abbia addotto motivi che sono inerenti a scelte personali, legate anche all'idea che serviva una candidatura politica che potesse tenere insieme ciò che io e Matteo abbiamo anche rappresentato in questi anni, immagino».
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