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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2014 alle ore 18:01.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 07:49.

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«Spero che lunedì si trovi una soluzione altrimenti il problema diventa ancora più grave». È quanto prevede il presidente del Senato, Pietro Grasso, riferendosi allo stallo del Parlamento in seduta comune nell'elezione di due membri della Corte costituzionale e di 5 consiglieri "laici" del Csm (altri 3 hanno già superato il quorum dei 3/5). A stretto giro Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati replica: «Al presidente Grasso, con tutto il rispetto che si merita, dico: la Repubblica prospera con libertà parlamentare e senza ultimatum».

Camere di nuovo convocate alle 15
Dopo nove votazioni (sette per i consiglieri Csm) andate a vuoto nell'arco di un mese e mezzo i parlamentari sono nuovamente convocati oggi pomeriggio a Montecitorio per un nuovo turno di votazioni. Di giovedì il ritiro polemico di Antonio Catricalà colpito dal "fuoco amico" dei forzisti pur essendo stato candidato alla Consulta in tandem con Luciano Violante dopo un accordo Pd-Fi.

Voto ad oltranza, Camere hanno impegni da rispettare
A margine della presentazione del suo libro "Lezioni di mafia" a Isola Maggiore di Tuoro sul Trasimeno, Grasso non entra nel merito delle candidature «perché non partecipo - ha ribadito - alle scelte nella votazione». E sottolinea che «si è tentato di andare veloci e ad oltranza». «Continueremo su questa strada - ha aggiunto - perché abbiamo bisogno di riprendere i lavori parlamentari in quanto le due Camere non si possono fermare perché non si trovano degli accordi e delle intese». «Ci sono - ha sottolineato Grasso - impegni urgenti da prendere per il paese e non si possono rallentare in questo modo i lavori del Parlamento».

Riforma Giustizia priorità per favorire investimenti
Tra le priorità del Parlamento, Grasso cita ad esempio la riforma della giustizia, necessaria «per favorire anche gli investimenti e il riconoscimento del diritto», e per velocizzare i tempi dei processi, perchè «in Italia il corso della giustizia civile è più lungo rispetto ad altri paesi». Per quanto riguarda invece la polemica delle toghe sulla questione della riduzione delle ferie («un aspetto certamente secondario») il presidente del Senato ricorda che i giudici «hanno un tempo ulteriore di vacanza non per le ferie ma per depositare i provvedimenti che hanno introitato l'ultimo giorno perché la motivazione della sentenza ti costringe poi a continuare il lavoro». «Mantenuta questa necessità - ha concluso Grasso - poi tutti gli altri che non hanno sentenze da fare possono allora veder ridotte le proprie ferie".

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